Home Nazionale Agrigento: palme con soldi Provincia, chiesti sei anni per D’Orsi (2)

Agrigento: palme con soldi Provincia, chiesti sei anni per D’Orsi (2)

0

(AdnKronos) – Parlando dell’acquisto delle palme finite nella villa di D’Orsi, il Procuratore aggiunto Fonzo ha spiegato in requisitoria: “Il 28 giugno 2010 il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento D’Orsi, secondo uno schema che si ripeterà con riferimento all’acquisto dei beni di rappresentanza, riceveva dall’agronomo Luigi Antonino Rotulo una proposta di vendita di tutte le piante presenti nel suo vivaio – complessivamente 5.500 essenze vegetali di diverso genere – per il costo complessivo di € 9.000 I.V.A. esclusa a fronte di un valore di mercato superiore ad € 26.000. Più in particolare, avendo Luigi Rotulo deciso di chiudere la propria attività e di liquidare le rimanenze di magazzino, in seguito alla citata proposta l’imputato emetteva un direttiva presidenziale con cui venivano avviate le procedure per l’acquisto delle piante poste in vendita da Rotulo, nonché si individuavano i capitoli di spesa su cui far gravare l’acquisto”.
“In esecuzione della direttiva il Responsabile del procedimento Giovanni Alletto proponeva ai Direttori del Settore Edilizia Scolastica e infrastrutture stradali di approvare l’offerta di vendita di Luigi Rotulo per il valore di € 9.900 I.V.A. compresa – prosegue il magistrato – proposta motivata dalla finalità di arricchire e potenziare il patrimonio vegetale del Giardino Botanico e quello delle aree di pertinenza degli Istituti Scolastici di proprietà dell’Ente Provincia”. “In seguito al procedimento amministrativo la Provincia Regionale di Agrigento acquistava le 5.500 piante del vivaista Rotulo, il quale veniva contattato telefonicamente nel mese di novembre 2010 da Alletto. Quest’ultimo affermava che il giorno successivo alla telefonata, un incaricato della Provincia di Agrigento si sarebbe recato presso il vivaio a ritirare alcune palme tipo Washingtonia oggetto del contratto di vendita di cui si è ampiamente detto. Effettivamente Chianetta, come da accordi, si recava assieme ad altri operai della Provincia di Agrigento presso il vivaio di Rotulo a prelevare delle palme tipo Washingtonia, già acquistate dall’ente pubblico, per trasportarle e metterle a dimora presso l’abitazione privata dell’imputato in corso di costruzione”.
“Le palme furono successivamente messe a dimora a cura dell’incaricato Chianetta che, in data 26 novembre 2010, ha operato sotto la supervisione di Alletto, dipendente della Provincia Regionale di Agrigento in servizio presso l’Orto Botanico; ed infatti in quella data quest’ultimo aveva dato disposizioni per la corretta collocazione delle palme, atteso che l’escavatore presente in cantiere rischiava di danneggiare alcuni alberi di ulivo presenti nel terreno. Da accertamenti effettuati in quella data Alletto risultava regolarmente in servizio presso la sua sede lavorativa – Orto Botanico – mentre era in realtà intento a seguire i lavori di messa a dimora delle palme presso l’abitazione privata dell’imputato. Più in particolare Giovanni Alletto risultava essere sul luogo di lavoro dalle ore 7 alle ore 13,57 pur trovandosi invece già prima delle ore 11,45 e almeno fino alle ore 13,20 presso il terreno di Montaperto di proprietà del Presidente della Provincia. La disposizione di seguire i lavori di messa dimora della palme Washingtonia era stata data direttamente dall’imputato a Giovanni Alletto il quale anziché trovarsi regolarmente sul posto di lavoro si recava – almeno tre o quattro volte nel novembre 2010 – presso l’abitazione del Presidente della Provincia”. Nella prossima udienza, il 9 marzo, la parola passerà alla difesa di D’Orsi che ha sempre respinto le accuse. La sentenza sarà emessa il 30 marzo.