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Alcol: Corte europea dice no al prezzo minimo in Scozia

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Milano, 4 set. (AdnKronos Salute) – No al prezzo minimo per l’alcol, a meno che il Governo non dimostri che è più efficace dell’innalzamento delle tasse. Non lascia spazio a interpretazioni la sentenza della Corte di giustizia europea (Ecj) sulla misura approvata oltre tre anni fa dal Parlamento scozzese per contrastare l’alcolismo e ridurre le morti correlate. Nel 2013 hanno perso la vita circa 30 uomini ogni 100.000 abitanti (rispetto a una media nel Regno Unito di 19 su 100 mila) per malattie legate al consumo di alcolici.
Il provvedimento che ha fissato un prezzo minimo non è piaciuto all’industria dell’alcol, che nel 2013 è ricorsa alla Corte scozzese. Quest’ultima ha passato il caso a quella europea, secondo cui, in assenza di prove che dimostrino che non esistono soluzioni alternative altrettanto efficaci, introdurre un prezzo minimo infrangerebbe le leggi sul libero mercato. Per contro, in Scozia la misura piace a polizia, medici e ricercatori, convinti che così si ridurrebbe il consumo di alcolici nei forti bevitori, mentre non ci sarebbero conseguenze su chi si concede un bicchiere ogni tanto.
Ian Gilmore del Royal College of Physician’s Alcohol Health Alliance ha dichiarato all”Independent’ che l’industria dell’alcol “ha deliberatamente sviato la politica scozzese indebolendo la volontà di un governo eletto democraticamente”. I favorevoli continuano a sperare che ci siano abbastanza prove dell’efficacia di questa politica per convincere la Corte. “La tassazione da sola – continua Gilmore – non potrà avere lo stesso impatto del prezzo minimo, che va a colpire i prodotti low-cost, quelli che provocano danni maggiori”. Dello stesso avviso il primo ministro Nicola Sturgeon: “Il Governo scozzese è convinto che il prezzo minimo sia la misura corretta per ridurre i danni che alcolici molto usati ed economici causano alla comunità”.