Home Nazionale Alimentazione: Adi-Uildm, benefici dieta ad hoc per malati distrofia

Alimentazione: Adi-Uildm, benefici dieta ad hoc per malati distrofia

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Roma, 24 lug. (AdnKronos Salute) – I benefici di un’alimentazione mirata per il paziente con distrofia muscolare. A dare indicazioni su questo tema gli esperti dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), sezione Emilia Romagna, in collaborazione con l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) che partecipano domani a Milano all’evento Pianeta nutrizione integrazione VI Forum multidisciplinare di Nutrizione, con il convegno “Sfida alla distrofia muscolare: la nutrizione come risorsa e speranza”.
I medici Adi e gli esperti dell’Uildm si alterneranno per presentare le possibili risposte che l’alimentazione può dare nell’evoluzione della malattia e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Illustreranno le modalità operative dei percorsi specialistici multidisciplinari di alcune realtà italiane ed i risultati dei lavori di ricerca più recenti condotti su bambini affetti da questa patologia, dovuta a un difetto della distrofina, la proteina contenuta nella membrana della fibra muscolare, che provoca un indebolimento di tutta la muscolatura rendendo i movimenti e la deambulazione sempre più difficili fino a coinvolgere anche il muscolo cardiaco e il sistema respiratorio.
“Sebbene le origini della malattia siano genetiche, sembrerebbe che a sostenere il processo patologico contribuiscano anche l’infiammazione e lo stress ossidativo – dichiara Annalisa Maghetti, presidente della sezione regionale Asi Emilia Romagna – tanto che per migliorare la condizione clinica e la qualità della vita, si somministrano spesso farmaci antinfiammatori di sintesi, per lo più steroidei, coenzima Q10, ma anche singoli composti dell’area dei polifenoli come l’epigallocatechina e o il resveratrolo potrebbero rivelarsi utili”.
Pertanto, aggiunge Maghetti, “una dieta orientata su alimenti antinfiammatori e antiossidanti, integrata con specifici aminoacidi come la creatina e la leucina, arricchita con vitamina D e calcio e bilanciata sia a livello energetico che proteico, potrebbe aiutare a migliorare la qualità di vita dei pazienti migliorando la forza e la resistenza muscolare”.
Un’alimentazione mirata potrebbe, inoltre, prevenire l’insorgere di altri rischi correlati alla distrofia muscolare, come l’obesità e l’osteoporosi, dovute sia alla somministrazione di terapie steroidee e sia alla riduzione del movimento.
“La maggioranza dei bambini distrofici nell’età infantile è spesso sovrappeso o obesa – conclude Antonio Caretto, presidente Asi – ma nello stesso tempo corre il rischio di diventare malnutrita superata l’età adolescenziale per la compromissione dell’apparato digerente. L’eccesso ponderale, infatti, genera maggior affaticamento muscolare e la malnutrizione esita nel catabolismo proteico. La prevenzione e il monitoraggio costante della crescita, anche con indagini strumentali non invasive come la calorimetria indiretta e la bioimpedenziometria, sembrano essere le armi migliori per contrastare l’eccesso o il difetto ponderale”.