Home Nazionale Alimenti: chimici, olio palma falso problema, a livello nutrizionale come burro

Alimenti: chimici, olio palma falso problema, a livello nutrizionale come burro

0

Roma, 4 set. (AdnKronos Salute) – “Un falso problema che non conosce alcun fondamento né in campo nutrizionale né in campo ambientale”. Questa la posizione del Consiglio nazionale dei chimici nel dibattito che continua ad animare il confronto tra ambientalisti, consumatori e rappresentanti dell’industria alimentare globale: olio di palma si o no?
“A livello nutrizionale – spiegano i chimici – i valori di questo olio vegetale sono molto simili a quelli del burro. Pertanto, proprio come accade per tutte le principali componenti alimentari, assumerne in quantità elevata può favorire il sorgere di determinate patologie. Va detto però che l’olio di palma non è contenuto in alimenti base, come ad esempio pane o pasta, ma si trova principalmente nei dolci. Una dieta composta per la maggior parte da dolci non può dirsi salutare. E non solo per l’olio di palma. La chiave sta, come sempre, nella misura”.
Non solo alimentazione: il processo di estrazione dell’olio di palma infatti chiama inevitabilmente in causa anche l’ambito ambientale. Su questo fronte i chimici affermano che per comprenderne l’impatto, rispetto agli altri oli vegetali, è necessario tener conto della resa: “L’olio di palma – spiegano gli esperti – ha una resa complessiva di circa 6 volte superiore a quella dell’olio di semi di girasole. Alcune aziende presenti sul mercato si stanno oggi orientando verso l’olio di cocco, la cui resa però è la metà rispetto a quella dell’olio di palma: ciò significa che bisognerebbe sfruttare il doppio delle coltivazioni. Il burro? Garantirebbe una più breve conservazione dell’alimento, con conseguenze ambientali diverse, ma comunque inevitabili”.
In ultimo, ma non certo per importanza, il problema umanitario. “È una questione che riguarda l’olio di palma così come il caffè, il cioccolato e numerose altre coltivazioni. Dobbiamo pretendere da tutto il mercato alimentare la certificazione per avere garanzie reali in ambito umanitario, ambientale, nutrizionale. Il problema dunque non è l’olio di palma in sé, ma la percentuale realmente certificata rispetto a quella impiegata”.
Dalla parte del consumatore c’è sempre l’etichetta: “Non servono battaglie mediatiche. L’acquirente, correttamente informato, può leggere cosa contiene l’alimento e decidere consapevolmente cosa comprare e cosa no. L’importante è non assecondare inutili stigmatizzazioni, che possono avere gravi risvolti anche in campo economico. L’olio di palma ha ottime proprietà tecnologiche, di conservabilità, di qualità, di sapore e anche di prezzo. Perché non dirlo?”, conclude il Consiglio nazionale dei chimici.