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Ambulanti assediati dagli abusivi

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Ambulanti assediati dagli abusivi
Ambulanti

Un fenomeno, quello dell’abusivismo sulle piazze e strade della città non più tollerabile per chi svolge onestamente l’attività di commercio su area pubblica. Questa mattina in Confesercenti sono stati annunciati dallo storico rappresentate dell’Anva, Angelo Rogialli, dal direttore di Confesercenti Mario Checcaglini e dal responsabile del sindacato degli ambulanti Lucio Gori, i dati del settore in concomitanza con la giornata organizzata, a livello nazionale, dal sindacato Anva per presentare un dossier-denuncia con il quale sono stati evidenziati tutti “i dati che non tornano”.

Ad Arezzo, per le strade della città, in base ad un monitoraggio a campione di Anva Confesercenti, compiuto in alcuni giorni del mese, domenica compresa e senza dimenticare il “porta a porta”, in media sono stati segnalati, quotidianamente 25 venditori abusivi. Un numero che cresce naturalmente in occasione di manifestazioni come la Fiera Antiquaria e la Fiera del Mestolo e il sabato attorno all’area del mercato di via Giotto. In tutta la provincia addirittura secondo l’indagine sono 100 ogni giorno per un volume di affari che si orienta sui 13 milioni di euro, calcolati sulla base di una stima nazionale proiettata a livello provinciale. “Un dato preoccupante – ha detto Angelo Rogialli – che mette a serio rischio chi ha scelto di fare questo mestiere in modo onesto. Il fenomeno aretino è solo una parte di un problema generalizzato in tutta Italia dove addirittura il evidenziare il giro di affari sale a 1,8 miliardi di euro”.

Tanto è il ‘fatturato’ delle attività abusive del commercio su aree pubbliche, uno tra i comparti del commercio più colpiti in assoluto dal fenomeno. La cui crescita non danneggia solo le imprese, ma ha pesanti ricadute anche sul versante del fisco: “se il fenomeno fosse azzerato, – spiega il direttore Mario Checcaglini – si recupererebbero 941 milioni di euro – di cui 6 milioni e mezzo di euro dalla nostra provincia ( la tassazione sulle imprese è attorno al 50% del fatturato) di mancato gettito fiscale e contributivo ogni anno. Ma non solo, i 13 milioni, se in ipotesi fossero recuperati per intero da aziende ambulanti, ipotizzando un fatturato medio pari a euro 200 mila, significa che potremmo avere ben 60-70 aziende in più di quelle che abbiamo”.

Ad Arezzo le aree monitorate per effettuare l’indagine di Anva sono state Corso Italia, la zona che gravita intorno all’ospedale San Donato, il mercato settimanale di via Giotto ma il fenomeno si moltiplica in occasione delle importante manifestazioni fieristiche dove puntualmente le fiere sono invase dagli abusivi. “Accade in Fiera Antiquaria – spiega il direttore Mario Checcaglini – alla fiera del Mestolo, ma anche in Valdarno alla fiera del Perdono e in Valtiberina alla fiera di Mezza Quarisema solo per fare alcuni esempi”. Tra le merceologie di prodotti distribuiti dai venditori a spiccare sono gli ombrelli, le cover di cellulari, le borse, le calzature, e oggettistica varia oltre a accessori per pc. Una situazione insostenibile che spinge l’Anva Confesercenti a chiedere maggior attenzione. “Gli ambulanti – dice Checcaglini – hanno bisogno di essere salvaguardati. L’Anva chiede quindi maggiori controlli da parte degli agenti di Polizia Municipale sia in città che nei comuni di tutta la Provincia, ma anche intervento della Guardia di Finanza. Inoltre c’è bisogno di una maggior sensibilizzazione dei consumatori”.

I dati aretini indicano anche la situazione attuale degli ambulanti regolari: “Al 30 settembre – spiega Lucio Gori – in provincia, gli iscritti alla Camera di Commercio, sono 830 di cui 399 stranieri. Tra gli stranieri regolari le principali nazionalità sono di provenienza dal Bangldesch, Cina e Marocco. A livello nazionale gli imprenditori stranieri sono ormai il 51%. A preoccupare però l’Anva è l’ipotesi che diventare ambulante sia la scorciatoia per restare in Italia e ottenere il permesso di soggiorno ed è anche per alzare l’attenzione che oggi abbiamo presentato il dossier in tutta Italia. Ad Arezzo inoltre c’è diffidenza nei confronti del proliferare dei mercatini siano di solidarietà che degli hobbisti. C’è poi il problema del Mercatino delle Pulci. Non possiamo fare finta che non esista. È l’esempio di come una iniziativa nata dal nulla, con l’intenzione di svuotare le cantine e far arrotondare il bilancio delle famiglie, si sia trasformata in una fiera che si pone in concorrenza sleale con gli ambulanti”.