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Beni culturali: Emanuele, in Italia intervento privati è visto con sospetto

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Roma, 29 gen. (AdnKronos) – “In Italia il pubblico non ama l’intervento dei privati, che vengono visti come esogeni al sistema, con sospetto, senza convinzione di coinvolgerli in maniera partecipativa al progetto”. Ne è convinto il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele F.M. Emanuele, che in un’intervista video all’Adnkronos cita l’esempio di Della Valle “che si è offerto di restaurare il Colosseo e ha impiegato quattro anni per poterlo fare”.
“Il rapporto tra pubblico e privato, che da noi è solo un refrain ripetuto inutilmente e che nei fatti non esiste, è stato invece realizzato in Inghilterra -sottolinea Emanuele- con la famosa ‘Big Society’ di Cameron. Lì i cittadini possono adottare un parco, una libreria, una scuola. Possono dare una concreta partecipazione. La visione italiana invece impedisce ai privati, anche ad organizzazioni non profit come la Fondazione Roma, di dare risposte ai bisogni della collettività”.
Secondo Emanuele “se lo Stato non c’è e i privati neppure, allora bisogna consentire al mondo della cosidetta filantropia, del privato sociale, di fare le cose. E’ la sussidiarietà prevista anche dall’articolo 118 della Costituzione. Noi in Italia -prosegue – abbiamo una storia religiosa prima ancora che culturale, perché la visione di questo tipo di intervento risale al medioevo e al rinascimento, eppure non riusciamo a realizzare la sussidiarietà: il pubblico non ama il privato, è inutile continuare con questa vecchia canzone, il rapporto pubblico-privato non esiste”, conclude.