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Bolzano e Pesaro, le capitali italiane della ciclabilità

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Roma, 29 apr. – (AdnKronos) – Sono Bolzano e Pesaro le capitali italiane della ciclabilità, e anche nella classifica europea si fanno onore: nella classifica delle 20 città Ue che hanno la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti si piazzano rispettivamente al nono e al decimo posto, prima di Friburgo, Apeldoorn o Amersfoort nei “super-ciclabili” Paesi Bassi.
Una performance che è frutto di un preciso progetto delle amministrazioni locali teso a favorire la mobilità nuova per i percorsi che si sviluppano all’interno del centro abitato. Bolzano ha
collegato tra loro, in una sorta di grande anello ciclabile, tutte le zone scolastiche, sportive e ricreative cittadine determinando un passaggio da un uso quasi esclusivamente ricreativo della bicicletta a un utilizzo per i movimenti casa-scuola e casa-lavoro. Poiché la scarsa larghezza di molte carreggiate urbane non consentiva la realizzazione di corsie ciclabili, in molti tratti si è data priorità alle due ruote vietando il parcheggio a raso.
E poi ci sono stati interventi mirati sui punti critici (in particolare i grandi incroci) dando priorità agli attraversamenti non motorizzati, mentre un nuovo sistema di segnaletica ha dato alle bici la stessa importanza e dignità degli altri sistemi di mobilità.
Pesaro ha lavorato su un’infrastrutturazione leggera e sulla comunicazione creando la Bicipolitana. E’ una metropolitana di superficie, dove le rotaie sono però i percorsi ciclabili e i vagoni le bici. Lo schema utilizzato è quello tipico delle subway, con le linee (gialla, rossa, verde, arancione) che collegano diverse zone della città. Nel 2010 c’erano già 55 km di Bicipolitana che sono ora diventati 77 e la rete, visto il successo, continuerà a estendersi.
In entrambi i casi si è partiti dalle esigenze di mobilità dei cittadini e si è lavorato alla messa in sicurezza dello spostamento non motorizzato (ottenuta anche attraverso una moderazione in alcune zone a 30 o a 20 kmh della velocità dei veicoli a motore), alla costruzione di una rete dedicata e a una diversa narrazione che fa diventare il cittadino che si muove con le proprie gambe il principale protagonista di una città smart.
Tre elementi centrali per provare a spostare persone dal volante al manubrio. Elementi che ritroviamo anche a Ferrara (al 19esimo posto della classifica) e Treviso che, col 27% e il 25% di ciclisti urbani sul totale della popolazione mobile, fanno parte a pieno titolo del quartetto di centri urbani a misura di bici.