(AdnKronos) – La Confederazione asiatica ha fornito la propria versione dei fatti in un comunicato. La Afc ha confermato che il n.10 della Giordania “non è stato in grado di completare la procedura a causa della sua condizione di disidratazione”. “Aveva un po’ di vertigini e nausea e ha vomitato dopo il secondo tentativo di fornire un campione di urina per il test, effettuato un’ora dopo il primo”.
Il responsabile medico della Afc, il dottor Paisal Chantarapitak, ha quindi “deciso di sospendere la procedura”. Lo stesso medico ha dichiarato di avere seguito “la procedura usuale come da regolamento” e che “le strutture e le apparecchiature previste per la coppa d’Asia in Australia sono di livello mondiale”. “Secondo la procedura -si legge ancora nella nota della Afc- il responsabile medico raccomanda sempre ai giocatori selezionati per il controllo antidoping di bere acqua, soprattutto a coloro che hanno giocato per 90 minuti. Seguire o meno tale raccomandazione è a discrezione del giocatore”. La Afc ha precisato infine che “il medico della Giordania era presente durante l’intera procedura antidoping”.
La federcalcio giordana ha spiegati che “a causa delle condizioni in precedenza menzionate che hanno determinato le cattive condizioni di salute di Hayel e della mancanza di cure mediche presso la sala antidoping, il giocatore potrebbe non essere in grado di giocare la prossima partita contro la Palestina”.