Home Attualità Cambia il ‘performance management’, e l’Italia è ‘avanti’

Cambia il ‘performance management’, e l’Italia è ‘avanti’

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Roma, 27 mag. (Labitalia) – Non c’è più il ‘performance management’ di una volta. Una pratica centrale dell’organizzazione aziendale, il fulcro operativo dei processi di gestione e misurazione dei risultati cambia identità e modalità operative. La ricerca effettuata da Top Employers Institute su 600 aziende di tutto il mondo ha evidenziato un profondo cambiamento globale, nel segno della flessibilità, continuità, dialogo, trasparenza. E l’Italia si dimostra in linea con i dati mondiali, se non addirittura più avanti.
Uno dei trend più significativi emersi dalla ricerca, quindi, è quello della flessibilità. “Non esistono più valutazioni rigide a date fisse, ma gli obiettivi si adattano in base alla fluidità del mercato”, si spiega. Il 91% delle aziende di tutto il mondo provvede, infatti, a rivedere e modificare gli obiettivi di performance anche più di una volta nel corso dell’anno, in risposta alle mutate condizioni ed esigenze del mercato. In Italia, la percentuale è ancora più alta: il 93%. “L’Italia, quindi, si classifica ‘campione del mondo’ per velocità e adattabilità alle condizioni di mercato”, sottolinea lo studio.
Ma spicca anche la continuità: “Non ci sono più le verifiche annuali o semestrali, ma gli obiettivi di performance – evidenzia la ricerca – entrano a far parte di una più ampia strategia organizzativa e vengono valutati con continuità più volte durante l’anno. Nell’85% delle aziende italiane il riconoscimento delle performance dei dipendenti fa parte di un processo continuo e definito e l’80% delle aziende valuta i propri dipendenti con continuità”.
Altra tendenza è quella del dialogo. “Non c’è più il ‘capo’ che valuta e giudica da solo, ma si assiste – avverte l’indagine – a una sempre maggiore reciprocità degli input, attenzione condivisa, dialogo e apertura ai suggerimenti che arrivano dai colleghi. Nel 76% delle aziende sono i dipendenti stessi a fornire spunti di analisi e input durante la valutazione delle loro performance e nel 74% gli input che arrivano dal basso vengono discussi e condivisi con i manager nella definizione degli obiettivi annuali”.
“Ma il dato più interessante – prosegue – è il 63% delle aziende italiane in cui ai fini della valutazione delle performance vengono tenuti in considerazione non solo gli input del dipendente, ma anche quelli di altri colleghi vicini a lui, o rilevanti per competenze e ruoli”.
Infine, emerge la trasparenza. “La nuova realtà fatta di feedback trasparenti e collaborazioni aperte coinvolge in primo luogo i manager, che nell’87% delle aziende vengono formati per fornire ai dipendenti un feedback aperto e costruttivo. Inoltre, nel 46% delle aziende gli obiettivi di performance dei manager di linea sono completamente trasparenti ai loro subordinati”, conclude.