Home Nazionale Carceri: spreco del cibo, da Bollate la sfida del ‘fai da te’

Carceri: spreco del cibo, da Bollate la sfida del ‘fai da te’

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Milano, 25 ott. – (AdnKronos) – In carcere, in tutte le carceri italiane “c’è una sorta di simbolica bulimia alimentare”, che porta molti detenuti “a riempirsi la ciotola di cibo per il solo scopo di gettarla via”. Cibo in carcere e quotidiano spreco alimentare per milioni di euro l’anno. Una realtà a cui non si fa caso ma che nell’anno di Expo suona come una stecca. Qualche numero descrive il fenomeno a livello nazionale. A settembre 2015, secondo i dati Istat, nelle carceri si trovano 52.294 detenuti. Tra le forme di protesta più diffuse, oltre allo sciopero della fame, c’è il rifiuto del vitto che, al 2013, secondo gli ultimi dati, ammonta ufficialmente a 1.548 casi anche se il fenomeno pare essere molto più diffuso.
Prendendo per buono il dato di 1.548 rifiuti e considerando che lo Stato paga 3,80 euro al giorno per detenuto per colazione, pranzo e cena si arriva alla cifra di 5.882 euro al giorno gettati, ben 2.146.930 euro all’anno. E questo solo per chi rifiuta di servirsi dal carrello ufficialmente. Poi c’è il fenomeno di cui nessuno parla mai, quello che porta i detenuti appunto a riempirsi di cibo al carrello per poi gettarlo in cella, ma che è una realtà così presente da portare il conto economico dello spreco a lievitare a dismisura, a decine di milioni di euro all’anno.
A sollevare il tema e ‘fotografare’ una realtà per molti scomoda o più semplicemente ignorata è una detenuta ‘atipica’ di Bollate, il carcere modello in Italia, una struttura dove i detenuti che accedono a servizi e progetti sono numerosi e dove, non casualmente, il tasso di recidiva è al 17%. E’ il carcere a ridosso dell’Esposizione Universale dove le finestre, in particolare quelle del reparto femminile, si affacciano su Expo dedicato proprio alla nutrizione e all’energia. Si chiama Marina Cugnaschi ed è la giovane descritta sul web come “l’eroina anarchica”, “l’eroina alternativa”, condannata a 11 anni e rotti per gli scontri del G8 a Genova. E’ lei che, forse con un occhio ai padiglioni di Expo, ha avuto il ‘coraggio’ di descrivere e firmare in un articolo di ‘CarteBollate’, la rivista del carcere, cosa accade e perchè. Ma anche di suggerire un approcio diverso per evitare uno spreco statale che, a fine anno, costa milioni.