(AdnKronos) – Le preoccupazioni per la crescita economica europea sono dunque “giustificate”. “All’inizio dell’anno avevamo due motori economici: l’export ed il petrolio a basso costo – spiega Vaciago – La ripresa di quest’anno è largamente attribuibile a questi fattori. L’export extra-Ue frenerà nei prossimi mesi, rimane solo il basso prezzo petrolio”.
Se i governi dell’eurozona non metteranno in piedi “misure espansive”, quindi, la ripresa rischia di bloccarsi. “Questo era il primo anno del Piano Juncker, 315 mld di nuova spesa per investimenti, ma gli unici soldi che sono stati spesi, sono stati quelli per la carta su cui l’hanno stampato”, sottolinea l’economista.
Discorso a parte merita la Germania. L’interdipendenza dell’economia tedesca con quella cinese è molto alta. Infatti, se l’Italia “è un paese che, principalmente, esporta verso Pechino”, la produzione tedesca in Cina è molto forte e trarrà vantaggio dalla svalutazione. “L’interdipendenza è tale che sommando il danno sull’export e i benefici sulla produzione, gli effetti della svalutazione saranno modesti. La borsa ci ha messo tre giorni, ma alla fine ce l’ha fatta a fare questo semplice ragionamento, per questo è in ripresa”, conclude Vaciago.