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Commercio, gennaio positivo per l’industria di marca

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Milano, 26 feb. (AdnKronos) – Milano, 26 feb. (Adnkronos) – Gennaio positivo per l’industria di marca. In un mercato che dà segni di ripresa, le Grandi Marche crescono in misura superiore alla media grocery. I prodotti delle grandi marche hanno registrato una crescita delle vendite al dettaglio del +1,2% a valore e del +1,3% a volume, in linea con i segnali di ripresa del comparto grocery. Lo evidenziano le elaborazioni su dati Nielsen diffuse oggi da Centromarca.
”Sono segnali positivi, frutto dello straordinario impegno delle nostre imprese a sostegno della domanda”, commenta Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, ricordando gli investimenti effettuati dalle Grandi Marche nell’innovazione, nelle iniziative di marketing sui punti di vendita della moderna distribuzione e la crescita del +5% registrata dalla pianificazione pubblicitaria a fronte di un calo complessivo del mercato del -2,5% (fonte: Nielsen 2014).
”Nei prossimi mesi”, sottolinea Bordoni, ”avremo modo di verificare se la domanda manifesta effettivamente un’inversione di tendenza. Certo continueremo a collaborare con la moderna distribuzione con l’obiettivo di mantenere dinamiche le vendite al dettaglio”. Nel 2014 la filiera ha investito in promozioni circa 8 miliardi di euro. Per dare vigore alla domanda e non pregiudicare la ripresa, il presidente di Centromarca chiede al Governo di individuare al più presto gli interventi di razionalizzazione e revisione della spesa pubblica dai quali ottenere le risorse necessarie per sterilizzare gli incrementi iva pianificati con la Clausola di Salvaguardia.
”Le imprese -spiega- hanno bisogno di indicazioni chiare sulle linee d’intervento che saranno adottate dall’Esecutivo. Se mancano, diventa arduo sviluppare piani strategici, anche di breve periodo. Il rischio è la paralisi degli investimenti, con forte pregiudizio per l’economia, la competitività delle imprese e l’occupazione”.
Secondo le elaborazioni di Ref Ricerche per Centromarca, nell’ipotesi di un intervento nella sua dimensione massima l’impatto degli aumenti Iva determinerebbe: incremento aggiuntivo dei prezzi al consumo superiore al 2%; riduzione dei consumi delle famiglie dell’1,8% e contrazione addizionale del Pil pari allo 0,8%.