Home Nazionale Confsal Unsa, su contratti Pa ‘violata’ sentenza Consulta

Confsal Unsa, su contratti Pa ‘violata’ sentenza Consulta

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Roma, 16 ott. (Labitalia) – “Per capire quanto il governo intende destinare ai rinnovi contrattuali nella Pa, attendiamo di leggere il testo della legge di stabilità e non le slide. Ma certo poco importa se le cifre riportate dai giornali sono di 200 o 300 milioni, poiché, con aumenti netti in media di 5 euro, si tratta sempre di una implicita violazione dei principi della sentenza della Corte Costituzionale”. E’ il commento di Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, alla legge di stabilità e alle risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
“Prima della sentenza 178/15 della Consulta -continua Battaglia- che ha obbligato il governo a rinnovare i contratti della Pa, l’Avvocatura dello Stato ha quantificato in 35 miliardi il fabbisogno massimo per detti rinnovi. Alla luce della sentenza, solo considerando l’inflazione programmata, la Confsal-Unsa ha calcolato che servono almeno 6,5 miliardi di euro”.
“Pertanto, parlare di risorse pari a 200 o 300 milioni per i contratti pubblici significa ‘niente’: significa -fa notare Battaglia- prorogare il blocco contrattuale fino al 2018”.
“I 300 milioni non sono neanche sufficienti -rimarca Battaglia- a coprire l’indennità di vacanza contrattuale per la quale servirebbero 790 milioni di euro per il solo 2016. Inoltre, i 300 milioni che il governo vuole usare derivano dai risparmi sui trattamenti accessori dei lavoratori e sul furto che si sta realizzando proprio sulla parte variabile dei fondi unici di amministrazione dei ministeri. In pratica, il governo vuole dare ai lavoratori soldi già loro”.
“Alla luce di tutto questo, c’è più di qualcosa che non torna: lo stanziamento di 200 o 300 milioni -commenta duramente Battaglia- non è solo una presa in giro e una mancanza di rispetto inaccettabile, dopo 6 anni di blocco contrattuale, verso 3,2 milioni di lavoratori pubblici; esso rappresenta anche un atto di strafottenza nei confronti della Corte Costituzionale la cui sentenza viene di fatto sbeffeggiata e furbescamente aggirata”.
“Stiamo assistendo -conclude Battaglia- a uno dei punti più bassi della vita democratica italiana in cui lavoratori e parti sociali vengono ignorati dal governo al pari delle sentenze della Corte Costituzionale. Come sindacato reagiremo, con tutti coloro che vorranno stare al nostro fianco in questa battaglia sociale e di dignità”.