Home Politica Consiglio Comunale 17 dicembre 2015: il regolamento del sistema integrato dei servizi sociali

Consiglio Comunale 17 dicembre 2015: il regolamento del sistema integrato dei servizi sociali

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La prima pratica dell’assessore Lucia Tanti è stata quella sulla convenzione tra zona sociosanitaria aretina e Asl 8: “quando ci siamo insediati era già iniziato un percorso in ambito sociosanitario perché imposto dall’agenda regionale. La commissione tecnica era già stata definita, nel tempo abbiamo fatto significativi aggiustamenti tecnici. Adesso siamo arrivati alla configurazione di una bozza condivisa da tutti i Comuni dell’area aretina. Entrerà in vigore il primo gennaio 2017. La firma, seppure posticipata di un anno, non ci escluderà dal fondo sociale europeo e da tutto ciò che la Regione prevede per il sociosanitario. La proposta, grazie anche al lavoro della commissione consiliare competente presieduta da Federico Scapecchi, è dunque all’ordine del giorno. La nostra idea è di non delegare alla Asl il sociale puro perché su questa materia si misurano i principi di un’amministrazione”. La delibera è stata approvata con 26 voti favorevoli e 2 contrari.

 

Approvato dal Consiglio Comunale il nuovo regolamento per le politiche sociali, già validato dalla maggioranza in commissione con il voto contrario del Pd. Nel presentarlo, l’assessore Lucia Tanti ha voluto subito sottolineare come “da oggi in avanti le politiche sociali vengono rivoluzionate. Fermo restando il principio umanitario e la dignità della persona che va oltre ogni valutazione, ovvero prestare aiuto immediato a chiunque si trovi in situazioni di emergenza estrema, cambia completamente l’intelaiatura concettuale, che passa da un universalismo assistenzialistico al principio della ragionevolezza. Elemento cardine sarà la residenza nella città di Arezzo da almeno cinque anni, che permetterà di accedere agli investimenti strutturali di sostegno sociale. A parità di bisogno, fa la differenza il tempo di residenza. Questo elemento di accesso risponde a un principio di ragionevolezza e riequilibrio sociale perché ci preme dare più attenzione a chi è nato qui o ha instaurato un rapporto vero con questa comunità. Del resto stiamo parlando di risorse comunali che abbiamo il diritto di investire nella maniera che riteniamo più opportuna. La scelta è politica e la rivendico come legittima e coraggiosa. La stessa Regione Toscana mette i cinque anni di residenza per accedere alle case popolari, sarà bene che il Pd aretino inizi a scoprirlo. Il secondo punto ‘cardine’ del nuovo regolamento è la banca del tempo: a chiunque riceverà un aiuto da parte di questa amministrazione, cioè di questa comunità, chiederemo di impegnarsi nel volontariato cittadino. Ovviamente questo solo se sarà possibile e compatibilmente con le condizioni del destinatario dell’aiuto. Quello che deve essere chiaro è il principio: cioè che una comunità si tiene insieme con l’aiuto di tutti e che ognuno può fare la propria parte”.

Massimo Ricci: “il rischio che si proceda ad assegnazioni multiple e ripetute a una ristretta cerchia di destinatari è concreto. Sono state introdotte novità dalla legge sulla spesa pubblica specie per l’acquisto di beni e servizi. Appurato che le pubbliche amministrazioni devono redigere un censimento dei contratti e degli appalti, chiediamo al sindaco e alla giunta di procedere a questo atto per quelli sottoscritti nel settore dei servizi sociali e alla loro eventuale revisione. Si tratterebbe di un modo per capire se è possibile razionalizzare e reperire risorse da investire sul sociale senza ricorrere a queste delibere e liberarci da parassiti che hanno beneficiato di risorse senza diritto. Sono principi che esplichiamo in un atto di indirizzo da discutere congiuntamente a questa pratica per la quale chiediamo la sospensione. In generale questa delibera che enuncia il principio di ragionevolezza mi pare si presti invece a interpretazioni poco ragionevoli, direi pericolose. E non ci troviamo di fronte a numeri e cifre ma a persone”.

Luciano Ralli: “c’è sempre stata un attenzione notevole al sociale da parte nostra e verso gli aretini. Ora vediamo una forte volontà politica e per certi aspetti ideologica di dare seguito agli enunciati della campagna elettorale. Allora sollevo fortemente un tema: qualunque modifica deve stare dentro le norme. Questo atto amministrativo ci sembra invece che le forzi. C’è un passaggio forte con l’introduzione dei principi di residenza e ragionevolezza per i quali non vedo il nesso con ciò che ne consegue. Sulla durata della residenza abbiamo una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale un decreto della provincia di Bolzano fondato sulla durata della dimora stabile per violazione del principio di uguaglianza”.

Francesco Romizi: “prendo atto del lavoro della Giunta ma sollevo alcune questioni partendo dall’articolo 3 della Costituzione. Ogni ingiustificata disparità di trattamento ai danni di cittadini in virtù del loro stato giuridico è inammissibile: lo dice la scienza giuridica italiana attuale. Qui la residenzialità non come condizione ma come durata è il pre-requisito per ottenere benefici sociali. Ed essendo un pre-requisito non posso votarlo perché discriminatorio. Credo che ci troveremo in contrasto con la legge regionale per cui questo regolamento verrà sottoposto a ricorsi e verrà cassato. Molti tribunali stanno bloccando atti di questo tipo e spero che in quel momento non ci siano ricadute sui cittadini. Sono disponibile a perdere voti pur di difendere il valore dell’uguaglianza a prescindere da ogni distinzione fondata sulla razza, la religione, le idee politiche. D’altronde le associazioni del territorio lavorano così, non guardano in faccia nessuno se bisognoso o la sua carta di identità”.

Angelo Rossi: “i punti dell’atto del Movimento 5 Stelle sul censimento dei contratti mi trovano perfettamente d’accordo. La sensazione che ho è che molti contratti di servizio stipulati negli ultimi anni non hanno requisiti di ragionevolezza. Il settore è poco cristallino per cui restituire a esso trasparenza è necessario. Detto questo, arrivo all’ultimo punto, la richiesta di sospensione del regolamento in questione. Che c’entra? Non ne capisco il nesso. Questa ultima postilla mi impedisce di votare un atto per il resto condivisibile”.

Paolo Lepri: “sollevo come Romizi il punto critico della residenza ma anche la stessa impostazione generale non mi convince e domando: a chi verrà dato l’appalto per offrire servizi di istruzione e miglioramento sociale a chi s’impegna per trovare lavoro mentre vede erogato a suo favore un sostegno. Poniamo poi l’esempio di chi trova lavoro e poi lo riperde: se ha già usufruito di questa sorta di bonus sociale, resta senza sussidio? Leggo poi che l’aiuto durerebbe due anni: prevediamo un sostegno limitato? In un momento in cui la crisi continua e si ripresenta con sempre nuovi esempi, basta guardare il nostro territorio, trascuriamo i cittadini dopo un biennio?”.

Roberto Bardelli: “capita che bisogna fare scelte scomode. Noi non vogliamo mettere in mezzo alla strada nessuno. Vi ricordo che siamo in una situazione cambiata, ciascuno di noi scommetto ha amici che hanno perso il lavoro o difficoltà a pagare gli affitti. Lasciamo da parte il discorso relativo a profughi o rifugiati, dimentichiamocene un attimo, e prendiamo coscienza delle nuove povertà che sono aretine. La residenzialità è un principio peraltro ma non è l’unico. Troppa gente non dovrebbe usufruire di case popolari o sussidi, lo sappiamo tutti, e partire dalla residenza è una scelta di priorità che non vedo discriminatoria. M’immagino le accuse che ci pioveranno addosso ma non importa, noi pensiamo così di difendere la dignità di quelle persone realmente bisognose”.

Barbara Bennati: “il buon senso ci dice che chi risiede più a lungo in un territorio dispone una rete di legami informali maggiori. Un buon governo comporta la gestione delle criticità e non il loro allontanamento. In commissione, l’assessore ha sottolineato che in giurisprudenza le posizioni sono contrastanti, come opposizione vigileremo su questo contenzioso affinché i suoi effetti non ricadano sui nostri concittadini. Questa città nel recente passato ha avuto esempi ed esperienze importanti di giustizia sociale, non vorrei che con questo regolamento fossero cancellate in un colpo solo”.

Giovanni Romanini: “nessuno, credo, voglia negare il diritto al sussidio. Nelle situazioni più gestibili un criterio ci vuole”.

Luciano Ralli: “la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale un regolamento con un riferimento alla durata della residenza. Vogliamo tenerne conto o facciamo un regolamento che va contro lo spirito della Costituzione? Su questo vorrei qualche risposta tecnica”. Ralli ha presentato sette emendamenti: “in realtà in questo regolamento vengono fatti dei tagli importanti con l’eliminazione dal testo dei principi costituzionali e universalistici che vogliamo reintrodurre, ribadisco che ci vedo una forte carica ideologica”.

Dai funzionari comunali sono stati rimarcati alcuni aspetti: “sul tema della residenza stiamo parlando di servizi che non sono relativi a sostegni per il minimo vitale. La sentenza della Corte Costituzionale a cui è stato fatto riferimento riguardava un’altra situazione. Noi stiamo parlando di sostegni economici non relativi a minimi vitali. Il precedente regolamento comunale conteneva già il requisito della residenza per questi sostegni di carattere economico. L’ordinanza della Corte Costituzionale chiarisce che sarebbe illegittimo e discriminatorio se fosse solo per gli stranieri e non per i cittadini. In questo caso è riferito sia agli stranieri che ai cittadini. Il regolamento quindi ha parere tecnico favorevole sotto l’aspetto girudico”.

Matteo Bracciali: “quando si parla di requisiti minimi vorrei sapere di che cosa si tratta. E il principio di ragionevolezza a quali servizi viene applicato? Mi sembrano domande semplici e le risposte ci dovrebbero chiarire, sul merito, dove questo regolamento va a parere”.

Donata Pasquini ha convenuto sulle parole dei funzionari comunali sottolineando come “il criterio giuridico della residenzialità è stato individuato come orizzontale e vale per residenti e stranieri”.

Lucia Tanti non ha accolto gli emendamenti dell’opposizione. “E rispetto alla provincia autonoma di Bolzano, sottolineo che delinea tre livelli di accesso ai sussidi ma se lo prendessimo in toto, quel regolamento sarebbe ancora più restrittivo del nostro. Ed è ancora in vigore. Ribadisco che non stiamo parlando di risorse derivate con destinazioni vincolate né stiamo parlando di azioni a sostegno di chi è sotto il minimo vitale, ma ci riferiamo a risorse nostre, a sussidi aggiuntivi e sta alla nostra legittima autonomia politica fare le scelte che riteniamo più opportune”. L’atto di indirizzo del Movimento 5 Stelle è stato respinto con 19 voti contrari, 1 astenuto e 9 favorevoli. Stesso destino per i sette emendamenti del Partito Democratico. La delibera è stata approvata con 20 voti favorevoli e 8 contrari.

“No convinto del Partito democratico: la vostra visione della società non è la nostra – così Luciano Ralli – sono preoccupato per lo sviluppo della politica di questa amministrazione e dunque per Arezzo”.

Voto contrario anche di Movimento 5 Stelle (“noi guardiamo i bisogni della cittadinanza e non facciamo giochi ideologici, basta vedere i voti negativi non palesati da alcuna dichiarazione sugli emendamenti”) e Arezzo in Comune (“l’atto sancisce la fine definitiva della natura civica di questa maggioranza che svela il suo essere di estrema destra. Altro che sindaco di tutti. Sottoporrò alla magistratura questo atto con il sostegno dei soggetti della società civile aretina”).

Francesco Macrì: “lo ritengo un atto di giustizia e non trovo giusto drammatizzare la questione. Non sfugge a ciascun aretino che è in atto uno squilibrio nella gestione delle risorse. Non siamo andati molto oltre l’impostazione della Regione Toscana in più guardiamo a fasce di povertà che nascono nella nostra comunità. Orgogliosamente rivendichiamo la delibera come un punto di svolta nelle politiche sociali del Comune”.

Egiziano Andreani: “ognuno ha la sua intelligenza e capacità, se votiamo a favore è perché facciamo le nostre valutazioni a seconda delle nostre identità”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli: “ricordo che nell’ultima seduta consiliare della scorsa consiliatura, sull’area Lebole, parlai un’ora e mezzo dai banchi dell’opposizione e non ottenni alcuna risposta”.