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Consulenti lavoro, sentenza Consiglio di Stato riconosce nostro ruolo

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Roma, 26 gen. (Labitalia) – “Semaforo rosso per Centri di elaborazione dati (Ced) nelle gare d’appalto per l’affidamento di un servizio di elaborazione buste paga, gestione dei documenti e degli adempimenti connessi, consulenza in tema di amministrazione del personale. Tali attività ‘hanno carattere unitario ed inscindibile’ e pertanto devono essere rimesse esclusivamente ai Consulenti del lavoro o alle società tra professionisti in forza delle riserva contenuta nella legge 12/79”. Così la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, in un approfondimento pubblicato oggi, illustra la sentenza 103/2015 della sesta sezione del Consiglio di Stato.
“Si tratta di una pronuncia importante -dicono i consulenti del lavoro- perché offre diversi spunti in materia di professioni riconoscendo il valore e il ruolo del sistema ordinistico”.
“Le operazioni calcolo e stampa rimesse ai Ced -riportano i consulenti- sono fondate esclusivamente su automatismi dai quali esulano gli adeguamenti delle buste paga a seguito eventuali variazioni retributive e normative, nonché ‘l’assolvimento degli adempimenti presso enti pubblici'”.
E nella sentenza si trovano elencati tutti gli adempimenti legati alle buste paga, quali ad esempio gli accessi presso gli enti pubblici, gli adeguamenti per variazioni retributive e normative, gli accertamenti ispettivi.
L’attività legata all’amministrazione del personale, che presuppone un’attività di contestualizzazione normativa, cui sono sottese valutazioni di carattere tecnico-giuridico non espletabili in via automatica, rientra dunque a pieno titolo fra le attività riservate ai consulenti del lavoro.