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Corsa alla presidenza della Fifa, Platini e Maradona contro Blatter

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Berlino, 25 mag. (AdnKronos/Dpa) – Michel Platini e Diego Armando Maradona all’attacco contro la rielezione per il quinto mandato consecutivo di Sepp Blatter alla guida della Fifa nel congresso che la Federazione celebrerà venerdì a Zurigo dove il dirigente svizzero sembra favorito sullo sfidante, lo sceicco giordano Ali bin Al Hussein. In favore dello sfidante si schiera, in una intervista rilascia a ‘L’Equipe’, il presidente dell’Uefa: “Blatter è semplicemente preoccupato per il futuro perché ha speso tutta la sua vita per la Fifa fino a identificarsi totalmente in essa. Se vuole veramente bene alla Fifa dovrebbe anteporre gli interessi della Federazione ai suoi”.
Platini, che nei mesi scorsi ha scelto di non correre alla carica, rimarca poi come nel 2011 Blatter, 79 anni, si era ripromesso di lasciare al termine del mandato, il quarto, e fa il suo endorsement in favore del candidato giordano: “Sono convinto che Ali, che conosco personalmente da anni, possa essere un grande presidente della Fifa. Ha in corpo una grande passione per il calcio e questo è fondamentale”.
Da un pallone d’oro a un altro pallone d’oro, Maradona, che fedele al suo stile con una lettera aperta pubblicata dal ‘Daily Telegraph’ non usa giri di parole per attaccare Blatter: “Sotto la sua guida la Fifa è diventata una disgrazia e un doloroso imbarazzo per quelli di noi che tengono profondamente al calcio. Il quinto mandato sarebbe una assurdità nel 2015: non è più accettabile nei paesi democratici. Né lo è nelle Nazioni unite o nella maggior parte delle organizzazioni internazionali, oggi. Ma in qualche modo per la Fifa è ok. Abbiamo un dittatore a vita”.
“Quando chiedo perché così tante persone credono che Blatter ce la farà di nuovo la risposta è sempre la stessa -afferma il campione argentino- ha ottenuto il sostegno con anni di leadership anti etica, favori e finanziamenti. C’è una malata ammirazione nei suoi confronti, quasi come quella che viene concessa a un vecchio mafioso che in qualche modo è riuscito a rimanere fuori di prigione”. La lettera del ‘Pibe de oro’ si conclude con una domanda al mondo del calcio e un’affermazione decisa: “Perché accettiamo passivamente questa corruzione? Quando è troppo è troppo. Vogliamo indietro il nostro gioco”.