(AdnKronos) – L’effetto della globalizzazione e delle accresciute pressioni competitive dei paesi emergenti sui mercati mondiali, rileva ancora il Governatore della Banca d’Italia, “è stato evidente e più forte che altrove a causa di una specializzazione produttiva più sbilanciata verso produzioni tradizionali”.
Si stima che, tra il 1995 e il 2007, osserva Visco, “l’aumento della quota di importazioni provenienti dalla Cina e da altri paesi con basso costo del lavoro si sia riflesso in una perdita netta di circa 120.000 posti di lavoro nel settore manifatturiero” in Italia e “la misura dell’effetto sull’occupazione sarebbe ancora più negativa se si tenesse conto dei collegamenti intersettoriali”. Le imprese italiane più esposte alla concorrenza della Cina, aggiunge, “hanno dovuto contrarre i prezzi e i margini di profitto più della media”.