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Da Airc e Fondazione Cariplo fondi per di 12 ricercatori under 40

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Milano, 9 feb. (AdnKronos Salute) – Segni particolari: giovani e ‘visionari’. Sono i 12 cervelli italiani under 40, con “una sfida nel cassetto”, su cui hanno deciso di scommettere Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e Fondazione Cariplo. Oggi a Milano sono stati presentati i progetti di avanguardia selezionati con il bando Trideo (Transforming ideas in oncological research award): idee coraggiose che a prima vista potrebbero apparire missioni impossibili, e per le quali i due enti hanno deciso di mettere sul piatto più di 1 milione di euro, nella filosofia di dare credito ai pionieri della ricerca. Giovani ‘creativi della pipetta’ che accarezzano un progetto fuori dagli schemi, in grado potenzialmente di trasformare la ricerca sul cancro. Ma trattandosi di studi di frontiera, talmente innovativi da essere ad alto rischio, difficilmente riescono ad attrarre fondi. Airc e Fondazione Cariplo hanno scelto di mettere benzina nei loro motori.
La prima fase del bando era ristretta solo alla Lombardia e a due province del Piemonte (Novara e Verbania), ma la collaborazione fra i due enti non si esaurisce qui, perché è già partita anche la fase due: la scorsa settimana è stata pubblicata l’edizione 2015 del bando Trideo, aperto questa volta ai ricercatori under 40 del resto d’Italia. In palio ancora un milione di euro per finanziare circa 10 ‘progetti sfida’. La scelta, spiega oggi in occasione della premiazione dei vincitori il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, “è puntare su una ricerca che può dare dei risultati molto positivi, ma che non viene sostenuta perché di frontiera, senza grandi prospettive di sfruttamento dal punto di vista industriale o dei ritorni economici. E se non la sostiene nessuno lo facciamo noi, perché non può restare nei cassetti”.
Dietro ai progetti premiati, ambizioni e sogni di 12 ricercatori. Camici che hanno già alle spalle anni di laboratorio e – requisito richiesto dal bando – pubblicazioni riconosciute (c’è chi ha ‘calcato’ le pagine della ‘bibbia’ Nature). Il più giovane ha 31 anni e 7 sono donne, in molti casi anche madri. Giuseppina Caretti (Statale di Milano), 42 anni, 2 figli e un marito ricercatore, rientrata da Bethesda nel 2008 grazie a un ‘My first Airc grant’, oggi indaga sui meccanismi che regolano l’espressione dei geni, a caccia di nuove terapie per il tumore al seno.
Valentina Carozzi (Milano-Bicocca), 34 anni, “una passione per le scienze nata grazie ai genitori e maturata sul campo” anche con l’esperienza in 2 centri di Baltimora, è impegnata nella sfida contro gli effetti tossici indotti dai farmaci chemioterapici sul sistema nervoso periferico. Francesca Ficara (Fondazione Humanitas per la ricerca), 41 anni e 2 figli, concentrerà i suoi studi sui meccanismi che portano allo sviluppo delle malattie proliferative croniche, alla ricerca del ‘tallone d’Achille’. Elena Maspero (Ifom), 35 anni e 2 figli, porterà avanti gli studi sull’identificazione di bersagli molecolari dell’attività di una specifica classe di enzimi spesso deregolati in molte malattie tumorali. Obiettivo: svelare tutti i segreti del sistema ubiquitina nella speranza di trovare nuovi target terapeutici.
Tracey Pirali (università degli Studi del Piemonte Orientale ‘Amedeo Avogadro’) ha 36 anni e il progetto innovativo di identificare inibitori dell’enzima Ido che possano rendere le cellule tumorali più suscettibili all’attacco da parte del sistema immunitario. Arianna Sabò (Istituto italiano di tecnologia – Center for genomic science), 37 anni, vive a Milano e lavorerà a una nuova fase delle sue ricerche mirando a identificare le proteine indispensabili per l’origine delle metastasi nei tumori al seno. Tiziana Triulzi (Istituto nazionale tumori di Milano) 35 anni, studierà più da vicino gli adipociti per comprendere al meglio il loro ruolo nello sviluppo e nella progressione del tumore al seno.