Home Cultura e Eventi Eventi Dopo l’attentato di Parigi dimostriamo di aver imparato dagli errori del passato

Dopo l’attentato di Parigi dimostriamo di aver imparato dagli errori del passato

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Gli eventi di Parigi hanno toccato le coscienze di tutti noi, dando un forte segnale di dolore ma anche paura, perché molto vicini e quindi rendendo tutto molto più tangibile come la possibilità di essere vittima di un attentato terroristico.
Sono atti da condannare, ma che non ci devono portare a confondere la guerra ed il terrorismo con la religione, l’etnia o lo Stato di provenienza. Questo deve essere un segnale importante da dare in questo momento, perché non è con la guerra fatta contro un nemico troppo spesso indefinito che si risolve questo problema.

La fiaccolata è una bella iniziativa di pace per la richiesta di conciliare tutte quelle persone che hanno la volontà di far sì che questi episodi non accadano mai più, non soltanto in Francia, ma in tutti quei territori che ad oggi sono colpiti da guerre, conflitti che sembrano non voler terminare. Perché purtroppo l’attenzione di tutti noi, anche grazie ai mezzi di informazione, è concentrata su quelle che sono le vittime di Parigi, mentre troppo spesso le vittime in paesi che sono più lontani, sono completamente dimenticati; ma sono vittime dello stesso male … sono vittime degli stessi terroristi … e spesso combattono anche battaglie comuni alle nostre.

È per questo che noi riteniamo importante fare un distinguo; perché non esistono categorie di vittime divise per importanza. La spinta fondamentale per risolvere i problemi d’odio, di povertà e di violenza, deve partire dai governi nazionali soprattutto occidentali, che non possono ignorare il fatto che troppo spesso le nazioni mediorientali, africane o comunque dei paesi più poveri, sono tenuti in un regime di subalternanza che non gli permette di mantenere la pace.

Sono ormai 15 anni che ci troviamo impegnati a combattere un nemico che non ha territorio, a fare guerre contro un qualcuno che non ha stato; ciclicamente dalle ceneri sorgono sempre nuove insidie: prima c’erano i talebani, poi al Qaeda, poi è venuto l’Isis. L’unica soluzione adesso sembra una guerra contro l’Isis, ma se non abbiamo una visione di pace di stabilità di prosperità per quei paesi ad oggi inclusi nell’area del Califfato, domani verrà un nuovo nemico figlio dell’irresponsabilità dei nostri governi.

Purtroppo si sta facendo tanta propaganda elettorale sulle spalle di povera gente alimentando confusione tra immigrazione ed accoglienza, con violenza e terrorismo; realtà che hanno natura diversa. Questo fa comodo a chi vuole instaurare la politica dell’odio, la politica del sospetto, la politica della violenza! In tutto questo, noi, non vogliamo essere complici, ma ribadire con forza la nostra posizione: il terrorismo va sconfitto con una grande alleanza fra tutte quelle persone e tutte quelle nazioni che stanno lo stanno combattendo; che siano nell’alleanza atlantica, in Medioriente, in Africa, di religione cristiana, ebraica, musulmana o di qualsiasi altra religione perché ad oggi sono tutti attori che stanno combattendo contro il terrorismo.