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Droga: Milano, guidatore sotto effetto sostanze in 1 incidente su 5

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Roma, 13 nov. (AdnKronos Salute) – Sulle strade di Milano e provincia un guidatore su 5 coinvolti in incidenti stradali guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di droghe. Spesso cannabis, ma anche cocaina. Nei mesi in cui il Parlamento sta dando alla luce la legge sull’omicidio stradale, uno studio realizzato dagli specialisti del Dipartimento di Medicina di laboratorio dell’ospedale Niguarda fornisce uno spaccato di quello che succede sulle strade milanesi.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Biochimica Clinica’ ed è firmato dal direttore del Dipartimento Giovanni Gesu, insieme ai collaboratori Adriano Masarin, Cecilia Gechtman e Stefania Paccagnini, che hanno messo sotto la lente una casistica di oltre 1.100 guidatori portati in pronto soccorso a seguito di incidenti stradali dal luglio 2012 al luglio 2014 (per una piccola percentuale rientrano nelle casistica anche gli autisti fermati in occasione di controlli stradali dalle forze dell’ordine). “Tutto è nato con l’obiettivo di validare una nuova tecnica di analisi che lavora unicamente su campioni ematici – spiega il biologo Masarin – L’analisi ci ha visto collaborare con le forze dell’ordine e con il personale medico e infermieristico di 22 pronto soccorso di Milano e provincia”.
Secondo lo studio la sostanza più consumata risulta essere la cannabis con il 49% delle positività, seguita dalla cocaina (34%). “Va ricordata la pericolosità di queste sostanze che alterano lo stato di coscienza. La cannabis – ricordano dal Niguarda – porta ad avere tempi di reazione molto più dilatati. La cocaina invece è uno stimolante che può facilmente portare alla perdita del senso di pericolo. Così il guidatore sotto l’effetto di questa droga può andare a velocità elevate, diventando una minaccia per sé e per le altre persone in strada”. Nel sangue dei guidatori sono stati trovati riscontri anche di oppiacei (8,3%), metadone (5,6%) e anfetamine (3,1%).
Un guidatore su 5 è un dato che fa riflettere, ma analizzando nel dettaglio i numeri ci sono altre considerazioni da fare, sottolineano gli autori. “Le analisi sono in grado di scovare il consumo di droga attraverso l’identificazione di sostanze specifiche presenti nel sangue – dice Masarin – Questi marker possono essere di 2 tipi. Ci sono i principi e i metaboliti attivi che indicano un consumo di droga recente, la cui positività è il requisito legale per perseguire il guidatore. Al secondo gruppo appartengono i metaboliti inattivi che sono la traccia di un consumo più lontano nel tempo e che non configurano il reato. Se allarghiamo l’analisi, includendo anche questo parametro, le positività salgono al 30,7%. In pratica, quasi il 10% in più dei guidatori coinvolti in un incidente ha comunque assunto droga anche se meno di recente”.
La procedura utilizzata per lo studio si è dimostrata sicura e affidabile con un numero molto limitato di falsi positivi (1,7% dei campioni), smascherati dalle analisi di controllo.”Abbiamo utilizzato una tecnica immunochimica che ci ha permesso di lavorare esclusivamente su campioni ematici e non sulle urine – indica Masarin – Il differente punto di partenza e la metodologia di analisi, che utilizza dei biochip, permettono di avere risultati più accurati e che, su larga scala, costano meno”.