(AdnKronos) – Così se l’Europa non è destinata a brillare “perché non ha energia propria, deve usare – evidenzia Descalzi – le sue infrastrutture e il suo posizionamento geografico”. Se il Vecchio Continente ha investito in rigassificatori ma li usa solo in minima percentuale, “ritengo, e so di andare controcorrente come petroliere, che l’Europa non sia assolutamente posto da shale”, aggiunge Descalzi. Il problema è che “in Europa abbiamo pochissimi spazi e le condizioni ambientali non sono favorevoli”.
Il tema dell’energia si lega anche alla questione geopolitica – l’auspicio è che si arrivi a una soluzione pacifica sul futuro della Libia, mentre viene ribadito il ruolo fondamentale della Russia – ma la sfida è anche sul fronte della sostenibilità, come dimostrato dal G7 che ha raggiunto un accordo sul clima. “L’Europa è il continente che più si è impegnato nel cambiamento climatico, per ridurre le emissioni”, ma le scelte del mercato – complice “le regole che non sono uguali per tutti” – “ha vanificato lo sforzo”.
Per Descalzi “è chiaro che ci devono essere delle azioni molto più forti” come ad esempio “la tassa diretta sulla Co2 che nessuno sta accettando, i limiti all’efficienza delle centrali a carbone costringendo le centrali a carbone a chiudere”. L’Europa rappresenta il 10 per cento delle emissioni globali di Co2, in questo senso “ognuno deve cercare di abbassare le emissioni. E’ chiaro che se non arriviamo alla Cina, agli Usa, ai Paesi grosse sorgente di emissioni non riusciremo – conclude – a raggiungere i risultati” in tema di riduzione delle emissioni.