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Europol a caccia dello Stato Islamico sui social media

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Londra, 22 giu. (AdnKronos) – Anche l’Europa scende in campo per fermare l’offensiva mediatica dello Stato Islamico. Europol, l’agenzia europea di polizia con sede all’Aia, sta formando un nuovo team di specialisti che, in collaborazione con aziende del settore delle quali non viene rivelato il nome, cercheranno di individuare e bloccare gli account sui social media collegati all’Is. Secondo uno studio della Brooking Institution di Washington, sarebbero infatti tra i 46mila e i 90mila gli account Twitter legati al gruppo jihadista.
I social media non solo sono fondamentali per veicolare la propaganda dello Stato Islamico, ma rappresentano un importante strumento di arruolamento di aspiranti jihadisti in tutto il mondo. Europol ritiene che fino a 5mila cittadini europei, provenienti da Paesi come il Regno Unito, la Francia, il Belgio e l’Olanda, si siano recati nei territori controllati dall’Is per combattere al fianco dei miliziani del Califfato.
Intervistato dalla Bbc, Rob Wainwright, il direttore dell’Europol, ha auspicato che la nuova squadra di specialisti, che inizierà ufficialmente ad operare dal 1 luglio, possa essere uno “strumento efficace per combattere il problema”. Anche se, ha ammesso, individuare tutti gli account sui social media collegabili all’Is è un compito proibitivo. “Dovremo mettere insieme ciò che vediamo online con le nostre informazioni di intelligence e con quelle che ci giungono dalle varie polizie europee, in modo da essere più accurati nell’identificazione degli account più rilevanti e concentrarci sulla loro chiusura”, ha spiegato il capo di Europol.