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Expo: Camusso, per il post intervenga governo o è spreco

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Rho, 21 set. (AdnKronos) – Un intervento del governo nel dopo Expo per evitare “uno spreco di denaro pubblico”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, immagina la gestione del dopo evento, parlando durante il comitato direttivo della Cgil Lombardia tenutosi oggi a Cascina Triulza. “O c’è la scelta del governo a intervenire nel dopo Expo oppure è il libro dei sogni”, ragionare sull’eredità materiale dell’Esposizione milanese.
“Un Paese che ha svoltato davvero – sottolinea Camusso – avrebbe già avuto l’idea di cosa fare per il dopo evento prima del 31 ottobre”. Per questo il leader sindacale invita a “incominciare a pensare”, anche conoscendo i “tempi brevissimi” dell’Italia, sottolinea ironica. Il sito di Expo , aggiunge, “è oggi il luogo più tecnologicamente avanzato che c’è in Italia. E a proposito di sprechi di denaro pubblico, se non si reinveste su questo sarebbe un vero spreco”, rimarca Camusso.
“L’idea che ci sia qui un campus universitario è di straordinaria innovazione”, dice il segretario, proprio perché nascerebbe un polo dedicato alle università scientifiche e, magari, anche quella di agraria. Meno entusiasmo per l’incubatore di start-up perché “ne abbiamo visti tanti in questi anni ed è una parola che vuol dire tutto e niente”, dice.

Il sito di Expo, insomma, può diventare il luogo dove “studiare gli effetti veri della digitalizzazione” e dove poter ragionare “di futuro” sull’alimentazione, ma anche sul lavoro. Quello che sembra premere è che “si recuperi l’idea di Milano come capitale non finanziaria – sottolinea Camusso – ma del lavoro e dell’innovazione in chiave solidale”.
Il segretario della Cgil ricorda che l’anno di fondazione del sindacato è lo stesso della prima Esposizione milanese che nel 1906 regalò a Milano parco Sempione e anche per questo vede l’Esposizione come una opportunità.
“Dobbiamo avere su Expo – spiega Camusso parlando ai suoi – un atteggiamento diverso: nel popolo che è venuto qui c’è tanta parte del nostro popolo. Questo non deve limitare il nostro spirito critico, ma deve indurci a ragionare”.