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Expo: il Rapporto, ultima occasione per invertire tendenza negativa turismo

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Roma, 28 apr. (Labitalia) – “L’Expo è diventata l’ultima occasione utile per invertire la tendenza negativa turistica di questi anni e anche per intercettare i nuovi turisti, i benestanti dei paesi emergenti che detteranno le tendenze. E comunque non basterà, perché occorrerà poi intervenire sui ritardi strutturali che si sono accumulati nell’ultimo periodo”. E’ quanto rileva il Rapporto Iea Turismo Italia 2015.
“E’ indispensabile attirare i flussi -si legge- in arrivo dall’Oriente, con indiani e cinesi che preferiscono orientarsi su Parigi e Berlino tra le grandi capitali europee. La Cina, che è salita al primo posto per spesa turistica complessiva nel mondo, in Italia è soltanto ottava: nell’ultimo anno gli arrivi sono saliti del 133% ma si limitano a 2,7 milioni di presenze”.
“E c’è sempre da capire -continua- quanti siano realmente per turismo e quanti siano in visita dai parenti delle comunità locali. Senza i flussi dai paesi emergenti, il settore non potrà reggere il terzo posto in classifica per entrate dall’estero, dopo la moda e l’automotive”.
“Il turismo balneare -spiega- è considerato un settore maturo. Ma ha perso la sfida con la concorrenza che preferisce altre mete, come la Spagna, la Grecia e la Turchia. I limiti sono noti: si concentra in poche regioni (Liguria, Romagna e Veneto), è stagionale (limitato ai tre mesi estivi) e il Sud è di fatto assente. Inoltre, non c’è stato rinnovo dell’offerta alberghiera”.
“Ma in questo caso -rimarca il Rapporto- i ritardi sono nazionali: se negli ultimi anni è aumentata l’offerta di livello medio-alto, così non è avvenuto nella fascia medio bassa, dove non si sono create catene che sappiano offrire una ricezione standard a prezzi accessibili”.   
“Un terzo del turismo -sottolinea- è rappresentato da chi viene nel nostro Paese per il suo patrimonio artistico e culturale. Non a caso, la parte più consistente la coprono gli stranieri, con il 62% delle presenze. A ciò si deve unire il primato riconosciuto nel mondo per le eccellenze legate all’enogastronomia di qualità. Questo spiega anche il successo degli agriturismi, mentre la montagna ha dovuto supplire con le nuove offerte dedicate alle attività estive (dal trekking alle arrampicate) al calo nelle stagioni invernali, dovute sia alla fine della moda delle settimane bianche, sia ai cambiamenti climatici che non sempre garantiscono abbondanti nevicate”.
Tornando l’Expo, il Rapporto cita anche la ricerca Visit Expo-Italy & More, realizzata dalla società specializzata in indagini sul turismo Jfc di Faenza con la collaborazione scientifica dell’Università degli studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Nell’indagine si dice “coloro che giungeranno in Italia per l’Expo dedicheranno il 67% del loro tempo per visitare altro, oltre all’Expo, e manifestano chiaro interesse per percorsi e visite in Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna”.
“Il 72,7% dei visitatori -calcola- sceglierà un periodo variabile tra le 3 e le 7 notti. Tra i fattori indicati come positivi, emerge soprattutto la tematica scelta per l’Esposizione (nutrizione, cultura enogastronomica, produzioni sostenibili, etc.), la collocazione (Milano cuore di moda e shopping) e il ‘lifestyle’ italiano mentre vengono indicati il Duomo di Milano e la Ferrari quali simboli per la valorizzazione nel mondo”.
“Un quarto dei referenti internazionali -aggiunge- vede l’Expo come un’opportunità anche per le altre zone d’Italia oltre alla Lombardia, mentre per il 22,7% si tratterà di un’opportunità soprattutto per quei territori che sapranno proporre soggiorni e percorsi di culinary travel. Il 12,9% indica questo evento come un’opportunità per le altre famose città italiane, come Roma, Venezia e Firenze, oltre a Milano e il 9% come un’occasione che l’Italia ha per dimostrare di poter competere sulla scena mondiale”.