(AdnKronos) – Un meccanismo naturale che, però, deve fare necessariamente i conti con il contesto esterno: “Certo, può essere influenzato in negativo dalla cultura – prosegue Rizzolatti -. Se la cultura a un certo punto diventa troppo individualistica è possibile che questo meccanismo tenda a essere modulato verso il basso; mentre se la cultura cerca in qualche modo di potenziare e rafforzare i rapporti umani può anche migliorare. Ma non abbiamo alcun mezzo tecnico né farmacologico per migliorarlo, solo la cultura può farlo”.
Al giorno d’oggi, inoltre, un concetto come la condivisione, profondamente umano e antico ha assunto nuovi significati grazie alle più moderne tecnologie, come i social network ad esempio: “La condivisione attraverso mezzi elettronici e quella umana, quasi corporea, sono molto diverse. Noi neuroscienzati attualmente difendiamo molto la compartecipazione diretta, umana, perché ha un significato più profondo. L’altra è molto astratta, a un certo punto non riesce a colmare quello di cui ha bisogno la persona. Quindi in un certo senso è un peccato che si sia persa la compartecipazione tipica di un tempo: quella dei partiti, delle associazioni culturali e così via. C’è un vantaggio perché da un certo punto di vista c’è più cultura, ma dal punto di vista umano con i sistemi moderni tipo Facebook si ha una perdita”.