Home Nazionale Fisco: Ciambetti (Veneto), basta con le promesse su riduzione tasse

Fisco: Ciambetti (Veneto), basta con le promesse su riduzione tasse

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Venezia, 24 lug. (AdnKronos) – Sul tema della riduzione delle tasse, anticipato in questi giorni dal premier Matteo Renzi, Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale Veneto, ha dichiarato stamane la propria profonda perplessità. “Temo che la riduzione del carico fiscale, per quanto auspicata da tutti, debba slittare dall’agenda del governo, come ha ben spiegato ieri la Cgia di Mestre: ‘Entro la fine del 2018 il Governo dovrà recuperare 75,4 miliardi di euro in quasi 4 anni, altrimenti famiglie e imprese subiranno un aggravio fiscale di pari importo’. In effetti gli impegni già assunti dall’Italia con l’Unione europea non ammettono deroghe e già alla fine di settembre bisognerà recuperare almeno 1,4 miliardi di euro, senza i quali scatteranno le nuove accise sui carburanti. La stangata comunque dovrebbe venire dalla prossima finanziaria, che se non recupera una prima tranche di 16 miliardi porrà le basi per l’inasprimento dell’Iva e l’aumento delle imposte sul reddito”.
“Con questo scenario davanti – puntualizza Ciambetti – diventa difficile immaginare strategie per sostenere la domanda interna, cioè l’unico elemento che potrebbe su scala nazionale ridar fiato alla produzione e smuovere il Pil dai suoi indici da prefisso telefonico”.
La conclusione del Presidente del Consiglio regionale del Veneto è un invito al realismo, all’impegno concreto evitando slogan pervasi di ottimismo elettorale: “L’analisi della Cgia di Mestre sembra prospettare uno scenario veramente preoccupante, in cui il livello del benessere dei cittadini scende, mentre non s’arrestano né l’indebitamento pubblico, né la pressione fiscale. Credo che quindi occorra da parte di tutti, premier soprattutto, abbandonare le facili promesse e fare il massimo per scongiurare aumenti delle accise e dell’Iva: per le nostre imprese e per le famiglie ogni ulteriore aggravio fiscale significherebbe una diminuzione secca negli standard di vita come nella competitività rispetto alle aree più produttive d’Europa”.