Home Nazionale Francia: giudice Salvini, da Parigi una lezione, non è più solo terrorismo

Francia: giudice Salvini, da Parigi una lezione, non è più solo terrorismo

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Milano, 16 nov. – (AdnKronos) – Dietro alla brutale carneficina di Parigi c’è molto di più di un attentato ma un’azione di guerra. “Non siamo di fronte a semplici attentati. L’immagine è quella di un bombardamento su obiettivi civili da parte di un Paese nemico come nei peggiori episodi delle guerre ordinarie, con la sola differenza che non sono stati usati aerei ma aspiranti martiri. L’unico evento paragonabile è stata l’azione nel 2008 in India a Bombay dove un gruppo di jihadisti, con dieci azioni simultanee, tenne sotto scacco la città per tre giorni, uccidendo più civili possibile e lasciando alle sue spalle 200 vittime”.
E’ quanto spiega in un’intervista all’Adnkronos Guido Salvini, il giudice che a Milano ha condotto le prime indagini in materia di terrorismo di sinistra (colonna milanese delle Br, Prima Linea, Autonomia Operaia) e di destra (Nar) nel periodo di applicazione delle leggi sui pentiti e sui dissociati. Che alla fine degli anni ottanta, dopo la scoperta di Gladio e grazie all’apertura di alcuni archivi dei Servizi di informazione e al manifestarsi in modo più ampio del fenomeno della collaborazione anche nell’area dell’estrema destra eversiva, ha riaperto le indagini sulla Strage di piazza Fontana. Prima di essere applicato a Cremona, Salvini si è occupato di casi di criminalità economico-finanziaria (caso Parmalat ed EniPower), del sequestro e dell’omicidio del finanziere Gianmario Roveraro e delle primissime inchieste sul terrorismo di matrice fondamentalista islamica.
Per Salvini a Parigi si è consumata una guerra. “La parola terrorismo -dice- si usa per comodità solo perché presente nei codici ma non fotografa più la realtà. Quello di Al Qaeda era ancora terrorismo perché colpiva senza avere un suo Stato alle spalle ma solo “santuari” e rifugi. Oggi c’è lo Stato Islamico. E’ uno Stato di certo non riconosciuto ma che soddisfa i requisiti del diritto internazionale per essere considerato uno Stato: un governo, un popolo, un territorio. Con i fatti e con i suoi proclami ha dichiarato guerra, per quanto possa essere velleitario, praticamente a tutto il resto del mondo: i paesi Occidentali e ogni suo singolo cittadino, lo abbiamo visto anche a Parigi, i governi del Medio Oriente, i loro cittadini sciiti, e a tutti gli infedeli che appartengono a minoranze come gli Yazidi oltre naturalmente guerra a Israele e a tutti gli ebrei in quanto tali”.