(AdnKronos) – In caso di Brexit, invece, il Regno Unito e la Ue dovrebbero affrontare molti problemi. Nel caso peggiore, secondo i dati di Open Europe, il Pil britannico potrebbe contrarsi fino al 2,2% al 2030. O guadagnare l’1,5% nello scenario più ottimistico, che però stima forti liberalizzazioni e la firma di tutti gli accordi commerciali bilaterali che il Paese vedrebbe decadere uscendo dalla Ue.
Ma le richieste britanniche potrebbero essere viste come un’opportunità anche per gli altri Paesi della Ue, spesso ansiosi di riprendersi le competenze e la sovranità cedute a Bruxelles. “I sentimenti euroscettici -continua Cleppe- non sono diffusi soltanto in Gran Bretagna, ma anche sul continente, con proteste e scetticismo animati dai fallimenti dell’euro e l’incapacità di creare crescita”. Le richieste della Gran Bretagna “sono in parte condivise dall’opinione pubblica e dai governi di altri Paesi, che non gradiscono che la Commissione dica come spendere i loro soldi o che la Bce mandi lettere con le istruzioni. La richiesta della Gran Bretagna di maggiore sovranità guadagna molte simpatie” in tutta Europa.
Per l’analista di Open Europe, “se i leader europei agiscono con intelligenza e se tengono veramente all’Europa e a tutti i benefici che porta, come la libertà del commercio e la libertà di movimento, dovrebbero vedere le richieste britanniche come un’opportunità per riformare la Ue, snellire la macchina e riportare a casa un po’ di poteri”.