Bruxelles, 6 mag. (AdnKronos) – Le elezioni generali di domani in Gran Bretagna rischiano di produrre un risultato ingestibile, che potrebbe richiedere un nuovo voto entro la fine dell’anno. Ma qualsiasi sarà la coalizione che si formerà, anche con al centro i Laburisti, sarà inevitabile convocare entro il 2017 un referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. E’ il quadro delineato da Giles Merritt, segretario generale del think tank Friends of Europe, in vista delle elezioni di domani. Merritt sottolinea i pericoli legati a una Brexit: un duro colpo economico per il Regno Unito e una ferita al cuore del progetto politico della Ue.
“Sono le elezioni più confuse da decenni”, spiega Merritt, intervistato dall’Adnkronos. “Sono elezioni molto strane, sia perché è difficile prevederne l’esito, sia perché non si è ben capito di cosa stia parlando i candidati”. E se l’esito dovesse essere “eccessivamente confuso -avverte- potrebbero non esserci alternative a convocare nuove elezioni entro la fine di quest’anno”. In ogni caso, al di là dei partiti che formeranno la coalizione di governo, il referendum sulla Brexit promesso dai Conservatori di David Cameron, sembra ormai “inevitabile” e qualunque esecutivo sarà obbligato a proporlo.
Nei due anni prima del referendum “ci sarà una grande incertezza destabilizzante”. Per il segretario generale di Friends of Europe “l’impatto sull’economia britannica sarà notevole, con restrizioni al commercio e un calo degli investimenti”. Il Pil britannico potrebbe contrarsi fino al 10% in cinque anni, “una cifra enorme”. L’economia britannica pagherebbe gravemente l’uscita dalla Ue, così come “sarebbe molto negativa anche per l’economia europea”. Ma l’impatto più duro sarebbe politico.