Home Nazionale Grecia: Giscard d’Estaing, ingresso in euro un errore, serve ‘friendly exit’

Grecia: Giscard d’Estaing, ingresso in euro un errore, serve ‘friendly exit’

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Parigi, 19 feb. (AdnKronos) – L’ingresso della Grecia nella zona euro “è stato un errore” ora per evitare una crisi più grave bisogna prevedere una ‘friendly exit’. A sostenerlo, in un’intervista a ‘Les Echos’, è Valery Giscard d’Estaing, l’ex presidente della Repubblica francese dal 1974 al 1981. La proposta implicita del nuovo governo greco, spiega al quotidiano economico francese l’ex Capo dello Stato transalpino, “prevede una svalutazione della moneta semplicemente percheé il programma sul quale è stato eletto non è realizzabile con una moneta forte. La produzione della Grecia non può tornare ad essere competitiva con il livello attuale dell’euro”.
Di conseguenza, spiega Giscard d’Estaing, “la Grecia non è in misura di applicare il suo programma economico in particolare l’aumento del salario minimo e l’estensione dei vantaggi sociali”. L’ingresso della Grecia nell’area dell’euro nel 2001, sottolinea Giscard d’Estaing, “è stato un errore evidente. Ero contrario al suo ingresso e all’epoca l’ho detto. Anche i tedeschi erano contrari. Hanno accettato soltanto perché altri paesi, e in particolare la Francia, hanno insistito per l’ingresso della Grecia”. Oggi, aggiunge, “la Grecia può risolvere i suoi problemi solo se si ritrova con una moneta che si può svalutare. Bisogna quindi prevedere uno scenario nell’interesse della Grecia stessa. E’ assurdo dire che si tratterebbe di un fallimento dell’Europa”.
La Grecia, rileva, “ha un posto nell’Ue. Lasciando l’area dell’euro raggiungerebbe il Regno Unito, la Svezia, la Repubblica ceca che non hanno adottato la moneta unica”. Questa uscita, aggiunge, “permetterebbe di preparare un eventuale ritorno. Questo processo di uscita ordinato deve e può svolgerci in mondo non conflittuale, nell’interesse di tutti. E’ quello che chiamerei una ‘friendly exit’, un’uscita in uno spirito amichevole. La Grecia ha bisogno di darsi la possibilità di svalutare la sua moneta. Se non lo farà la situazione diventerebbe grave e ci sarebbe una crisi molto più grave”.