Roma, 5 gen. (AdnKronos) – I Trattati europei dicono che “l’appartenenza di un Paese all’euro è irrevocabile”. E’ quanto ha detto in un briefing con i giornalisti a Bruxelles un portavoce della Commissione europea, riferendosi ad una possibile uscita della Grecia dall’eurozona, dopo le indiscrezioni di ‘Der Spiegel’ dei giorni scorsi, secondo cui Berlino sarebbe disposta ad accettare questa opzione.
Oggi il vice cancelliere e ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, ha precisato che il governo tedesco vuole che la Grecia resti nell’euro dopo che già ieri un portavoce dell’esecutivo aveva corretto il tiro. “L’obiettivo del governo tedesco, dell’Unione Europea e anche del governo ad Atene – scandisce in un’intervista all’Hanoversche Allgemeine Zeitung l’esponente della Spd – è di mantenere la Grecia nell’eurozona. Non c’erano e non ci sono altri piani per il contrario”.
Sottolineato che l’eurozona negli ultimi due anni è diventata molto più stabile, il numero due del governo di Angela Merkel spiega che “per questa ragione non possiamo essere ricattati e per questo ci aspettiamo che il governo greco, indipendentemente da chi lo guiderà (dopo le elezioni anticipate del 25 gennaio, ndr), rispetti gli impegni presi con l’Ue”.
L’incertezza del futuro politico della Grecia pesa anche sulla moneta unica europea. L’euro si indebolisce ulteriormente in mattinata e scende sotto la soglia di 1,20 dollari: si tratta di livelli inediti da quasi nove anni. Rispetto al franco svizzero il biglietto verde ha raggiunto la parità per la prima volta da quattro anni. Verso le 8, la moneta unica europea valeva 1,1950 dollari, contro gli 1,2002 dollari di venerdì sera: nelle ore precedenti era scesa a 1,1868 dollari, un livello mai visto dal marzo del 2006.