Home Nazionale Imprese, no a tagli su normazione tecnica. Vale fino a 1% del pil

Imprese, no a tagli su normazione tecnica. Vale fino a 1% del pil

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Roma, 10 nov. (AdnKronos) – L’attività di normazione tecnica volontaria rischia di essere pregiudicata dalla spending review. A questo proposito “è indispensabile evitare che i tagli possano pregiudicare l’attività degli enti di normazione Uni e Cei”. A evidenziare l’importanza di questo tema è l’Uni, l’Ente italiano di normazione, nell’ambito del convegno “Quale ruolo per la normazione tecnica volontaria nella politica economica nazionale?” in corso al Mise.
In base alla valorizzazione della normazione tecnica volontaria e al suo pieno coinvolgimento nelle politiche economiche dei Governi dei Paesi è possibile quantificarne gli effetti in termini di Pil. In paesi come Germania e Francia l’effetto economico della normazione sul Pil è stimato nell’ordine dello 0,7 – 0,8% del Pil (fonte: Din 2011 e Afnor 2009) fino a raggiungere 1% in Nuova Zelanda (fonte: Berl 2011).
Secondo l’Uni quindi “occorre passare a una nuova fase in cui la normazione tecnica volontaria diventi sempre più parte attiva della politica economica del Paese, per incidere maggiormente sullo sviluppo”.
Un’eventuale politica di tagli “si tradurrebbe inevitabilmente in un deficit di rappresentanza nazionale ai tavoli della normazione in sede europea (Cen) e mondiale (Iso) e potrebbe significare perdere competitività e generare un effetto negativo di lungo periodo difficile da recuperare, non sostenere il “Made in” negli aspetti della valorizzazione delle specificità italiane ed inoltre, aumentare i costi sociali connessi alla sicurezza (infortuni sul lavoro, salute…) e vanificare lo sforzo che ha ridotto gli infortuni sul lavoro”.
Le più recenti ricerche inglesi quantificano in oltre 8 miliardi di sterline l’effetto economico della normazione sulla produttività del lavoro e in oltre 6 miliardi di sterline l’aumento delle esportazioni di prodotti “a norma” e delle imprese che lavorano “a norma”, con aumenti di fatturato tra 1,7% e 5,3% in specifici settori come aerospazio, difesa, alimenti e bevande… (fonte: Cebr 2015).
L’attività di normazione tecnica volontaria ha una lunga storia alle spalle che ha accompagnato l’industria italiana dagli inizi del ‘900 ad oggi aiutandola ad essere competitiva, innovativa, rispettosa dell’ambiente, socialmente responsabile, a realizzare prodotti-servizi di qualità estendendo il campo di azione alle piccole e micro imprese, al settore dei servizi, alla tutela dei consumatori ed all’efficacia-efficienza delle pubbliche amministrazioni.