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In Campania mortalità per emergenze cuore tra più alte

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Napoli, 23 feb. (AdnKronos Salute) – Triste ‘primato’ per la Campania, tra le Regioni con più elevata mortalità in emergenza cardiovascolare. “Siamo secondi solo al Trentino Alto Adige e alla Valle d’Aosta. E non certo per una deficienza nella qualità delle cure, che sono di livello elevato, ma per i tempi d’intervento”, spiega Bruno Golia, cardiologo responsabile della terapia intensiva della Clinica Mediterranea di Napoli, intervenuto al simposio, in corso oggi nella struttura napoletana, sulla risposta ottimale nelle emergenze cardiovascolari.
“Il problema in Campania – dice Golia – in caso di infarto è ‘il cosiddetto tempo pre-coronarico’, ovvero il tempo che intercorre tra l’insorgere del dolore e la rivascolarizzazione che deve avvenire in ospedale. Nella regione è sopratutto molto lungo il tempo pre ospedaliero, cioè quello impiegato dal paziente ad arrivare in ospedale. Superati i 90 minuti la quantità di miocardio che si perde è altissima. Tanto è vero che studi, già dal 2006, indicano che ogni mezz’ora di ritardo la mortalità aumenta in maniera esponenziale del 7,5%”.
E non si tratta nemmeno di un problema di strutture, per la Campania. “Le unità di emodinamica – spiega Carlo Briguori, responsabile dell’emodinamica della clinica Mediterranea – sono assolutamente sufficienti. Il problema è, nell’emergenza cardiaca e in particolare nell’infarto acuto del miocardio, la possibilità di raggiungere il centro ospedaliero in tempi opportuni. Tempi stretti, perché il paziente deve essere portato in emodinamica entro un’ora, massimo due, per un’efficacia del trattamento. Se la persona arriva tardi, purtroppo l’intervento di angioplastica spesso non è risolutivo. In Campania serve una rete più efficiente per consentire ai pazienti, in qualsiasi area della Regione, di essere curati in tempo”.