Home Nazionale Influenza, per medici famiglia già fino a 160 visite al giorno

Influenza, per medici famiglia già fino a 160 visite al giorno

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– L’influenza non è ancora arrivata al picco e già gli studi e le agende dei medici di famiglia sono strapieni. “Le richieste sono aumentate di circa un 30%, per visite domiciliari e a studio. E questo in una situazione di base già al limite. Basti pensare che al Sud come al Nord per un medico massimalista le visite, negli ultimi 10 anni, sono raddoppiate, passando in media da 60 a 120 al giorno. In questo periodo, quindi, si arriva anche a 160 visite. Siamo molto oltre la sostenibilità “, spiega all’Adnkronos Salute Gicomo Milillo, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
In questi giorni, aggiunge Milillo “l’instabilità climatica, l’aumento dei casi d’influenza e la concomitante presenza di sindromi parainfluenzali che provocano vomito violento, sono alla base della crescita delle richieste”. Una situazione ‘normale’ per la stagione ma il problema è, secondo il leader sindacale, organizzativo: “Si sta giustamente procedendo a ristrutturare gli ospedali, con la riduzione dei posti letto. Ma non si sta potenziando, come sarebbe necessario, il territorio. E’ invece fondamentale una maggiore attenzione sul tema. Ovviamente considerando l’organizzazione complessiva, secondo i bisogni di salute della popolazione”.
Per quanto riguardo le polemiche sul’assalto ai pronto soccorso per l’influenza, denunciata in questi giorni, per Milillo si tratta di un discorso “trito e ritrito. E, in realtà, è anche un fenomeno che si sta attenuando ma che fa parte dello stesso discorso organizzativo. Il pronto soccorso diventa un imbuto perché i medici non riescono a ricoverare, per mancanza di posti, nè a dimettere le persone che hanno complicanze influenzali. Non possono rimandarli sul territorio dove, ad esempio, un anziano che ha un focolaio polmonare o un cardiopatico che si è scompensato non possono essere assistiti. I medici del territorio e quelli ospedalieri stanno cominciando a capire che non sono contrapposti ma hanno la stessa esigenza: quella di migliorare il livello organizzativo dell’assistenza”, conclude.