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Istat: in 2012 cuneo fiscale al 46,7%

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Roma, 9 feb. (Labitalia) – Nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è stato di 30.953 euro all’anno. Ma il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne ha percepita poco più della metà (il 53,3%), per un importo medio pari a 16.498 euro. La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%. Lo comunica l’Istat precisando che i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi.
Nel 2012 l’aliquota media del prelievo fiscale a livello familiare è pari al 19,4%. Grazie alle detrazioni per familiari a carico, a parità di reddito le famiglie con minori usufruiscono di un più favorevole trattamento fiscale, anche al crescere del numero di percettori, sottolinea l’Istat. Le persone sole di età inferiore a 64 anni sono la tipologia familiare su cui grava il maggiore peso fiscale, con un’aliquota media del 21,6%.
Il carico fiscale è inferiore tra le famiglie del Mezzogiorno (16,3%) – essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a carico più elevato – rispetto a quelle del Nord-Est (19,9%) del Centro (20,1%) e del Nord-Ovest (21%). Per le famiglie con un solo percettore, il più basso livello di reddito determina un’aliquota media fiscale inferiore di oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle famiglie con due o più percettori (19,6%).
Fra il 2011 e il 2012, l’aliquota media fiscale passa dal 17,9% al 18,3% per le famiglie con unico percettore di reddito se si tratta di un reddito (prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore rispetto a quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie monopercettore (lavoro dipendente dal 19,5% al 20,5% e redditi non da lavoro dal 16,8% al 17,4%).
Il minor carico fiscale delle famiglie con reddito da lavoro autonomo, particolarmente visibile nella prima classe di reddito (0-15.000 euro), è da attribuire agli effetti di alcuni provvedimenti in materia di tassazione dei redditi degli autonomi e alla revisione al ribasso dei parametri degli studi di settore, adottati a partire dal 2011 ed estesi al 2012.