Roma, 15 ott. (AdnKronos) – “Seguire ogni giorno le dichiarazioni del quasi premio Nobel Brunetta (e i suoi tweet) è un esercizio estenuante, in quanto il personaggio è dotato di inesauribile fantasia. Per riportarlo alla realtà non ci resta che affidarci ai numeri”. Ernesto Carbone del Pd ribatte così al capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta.
“Durante i governi Berlusconi, dei quali Brunetta fu esponente di primo piano, il debito pubblico non fece che aumentare: 25 miliardi nel 2003, 50 miliardi nel 2004 e 70 miliardi nel 2005 e nel 2006. Ancora: 70 miliardi nel 2008 e 100 nel 2009. Per fortuna, a un passo dal baratro, Brunetta e soci si fecero da parte. Anche perché il peso del debito era ampliato dallo spread abnorme rispetto alla Germania”, aggiunge.
“Oggi il presidente del Consiglio ha annunciato che dal 2016, per la prima volta dopo nove anni, il rapporto debito/pil calerà. E lo spread ormai è sotto controllo. Ecco la differenza siderale tra i disastri combinati da Brunetta e il lavoro duro e serio intrapreso da Matteo Renzi assieme al ministro Padoan e al Partito Democratico. Altro che copiare”, conclude Carbone.