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La chef, studio e passione ingredienti per professionisti cucina

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Roma, 4 feb. (Labitalia) – “Non solo passione, ma anche studio e attenzione ai gusti e agli alimenti che si cucinano”. Questa la ricetta per diventare veri professionisti della cucina secondo Flavia Renzulli, giovane chef emergente della capitale. “Da subito, ho capito -dice a Labitalia- che la passione, per fare questo mestiere, da sola non basta. E così dopo aver lavorato presso alcune mense scolastiche ho capito che, se volevo diventare una chef a tutti gli effetti, dovevo darmi da fare e mettermi a studiare”.
“In Italia, ci sono migliaia di corsi -fa notare- però non volevo e non potevo frequentare i 4 anni di Scuola alberghiera e così mi sono iscritta al corso di primo livello ‘A Tavola con lo chef'”.
“Una sorta di full immersion di 3 mesi -precisa- in cui ho imparato moltissimo. Lezioni di circa 5 ore l’una per tre volte a settimana in cui ho studiato come scegliere, pulire e cucinare i diversi alimenti”.
“Un’esperienza che mi ha dato molto -assicura Flavia- e che mi ha fatto capire quanto sia importante il ruolo dello chef. Pulire bene un pesce o una verdura, ad esempio, è la base per la buona riuscita di un piatto e, quindi, per il gradimento da parte del cliente”.
“Piccoli gesti -continua- che però contribuiscono alla professionalità di uno chef. Certo, da qui a diventare lo ‘Chef’ con la C maiuscola ce ne corre, ma è fondamentale partire dallo studio”.
“Non bisogna avere fretta -suggerisce- di entrare nelle cucine per creare, ma imparare e osservare. La fortuna di noi italiani è che la nostra cucina è nota in tutto il mondo per le sue combinazioni di aromi e tradizioni. Non è un caso se i ristoranti made in Italy sono i più numerosi al mondo”.
“Sempre più chef italiani aprono ristoranti di alta cucina -ricorda Flavia Renzulli- e sempre più studenti vengono dall’estero per apprendere le tecniche dai grandi maestri. Anche perché il lavoro dello chef porta a mansioni di elevata responsabilità dalla scelta del menù alla direzione della cucina e di tutti coloro che collaborano”.
“Certo, non è semplice -ammette- entrare nel mercato e restarci. Per ora, lavoro in un noto ristorante di pesce della capitale, vicino al Colosseo, senza dimenticare lo studio però. Ogni occasione è buona per imparare e rubare i segreti dei grandi chef”.
E se le ‘stelle’ ancora non si vedono, per Flavia, non è un problema. “Per le mie due bambine sono la più grande chef del mondo -rimarca- una grande responsabilità che mi spinge a guardare avanti e non fermarmi”.