Home Nazionale Lavoro: Svimez, utilizzare cassintegrati per riqualifica aree Sud

Lavoro: Svimez, utilizzare cassintegrati per riqualifica aree Sud

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Roma, 4 feb.(AdnKronos) – Utilizzare i cassaintegrati in deroga del settore edile per riqualificare le aree industriali retroportuali di Napoli, Salerno, Catania, Taranto, Messina, Termoli, Torre Annunziata e Gioia Tauro attraverso opere di bonifica degli edifici dimessi, costruzione di infrastrutture, filiere e servizi logistici ad alto valore aggiunto che aumentino il valore delle merci in transito generando ricchezza. E’ la proposta che avanza lo Swimez nel rapporto dal titolo “la rivoluzione logistica” e che arriva a pochi giorni dal varo del programma di ‘reimpiego’ , volontario e gratutito anche se ‘assicurato’, dei lavoratori in Cig lanciato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. L’operazione, stima il dossier, costerebbe alle casse dello Stato, da 1 a 3 miliardi di euro, “con un rientro pari al doppio del costo dell’investimento”.
L’operazione, infatti, potrebbe far recuperare al Paese quell’arretratezza sul fronte della logistica sia operativa che ‘culturale’: “la logistica è un settore che produce ricchezza, attraverso attività di trasformazione dei prodotti a vari livelli, come magazzinaggio, assemblaggio, controllo qualità, etichettatura, confezionamento, imballaggio, ecc. Queste attività possono arrivare a incidere sul prezzo del prodotto finale, in alcuni casi, fino al 70%. Da tempo, infatti, Inghilterra, Olanda, Cina e Brasile sostengono più i servizi logistici che le produzioni di beni: in Cina la logistica pesa sul PIL totale per il 10%. In Italia, invece, il costo della logistica e’ superiore all’11% della media europea, e arriva a pesare circa 40 miliardi di euro in più a bilancio”, spiega lo studio.
E il nuovo piano potrebbe cominciare ad essere applicato, dice ancora lo Svimez, alla riqualificazione delle aree industriali retroportuali di Napoli, Salerno, Catania, Taranto, Messina, Termoli, Torre Annunziata (Napoli) e Gioia Tauro. Aree che potrebbero “candidarsi ad accogliere il rientro delle filiere produttive nazionali attualmente delocalizzate all’estero, nei Paesi asiatici o dell’Est Europeo”.