Roma, 10 nov. (AdnKronos) – “Non bisogna lasciarsi distrarre da facili entusiasmi: leggendo nel dettaglio il Rapporto sul precariato dell’Inps, emerge che i contratti a tempo determinato continuano ad essere preferiti dalle aziende nonostante il bonus contributivo e l’introduzione del contratto a tutele crescenti, che è solo formalmente a tempo indeterminato visto il depotenziamento dell’articolo 18”. Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commenta i dati dell’Osservatorio sul precariato.
Tutto ciò, aggiunge, “dimostra che le assunzioni dipendono principalmente dalle condizioni dei mercati interni ed esterni; in questo senso, continuano ad influire sia la stagnazione della domanda interna per la perdita di potere d’acquisto di stipendi e pensioni, sia i fattori critici e le tensioni internazionali su quella esterna”.
Certamente, aggiunge, “è un bene che la differenza fra assunzioni e cessazioni del rapporto di lavoro sia positiva, ma allo stesso tempo occorre pensare a mettere in campo strumenti idonei a favorire la rioccupazione dei quasi 3,5 milioni di lavoratori che hanno perso la propria occupazione. Molti di loro, infatti, rischiano di rimanere impigliati nella rete della disoccupazione di lunga durata – conclude -, in assenza di vere politiche attive di riqualificazione professionale”.