Roma, 12 gen. (AdnKronos) – “Lo sconforto è tanto e la frustrazione nel vedere il nemico – quello vero – farsi beffe di noi, un manipolo di soldati senza strategia, che si sparano l’uno con l’altro, monta sempre di più. Affidare le sorti della nostra guerra unicamente ad un malinteso principio di fedeltà temo non ci dia molte probabilità di successo”. Lungo sfogo su Fb del senatore M5S, Francesco Molinari, fortemente autocritico sulla piega assunta dal Movimento.
Molinari, stando ai rumors tra i parlamentari che starebbero valutando l’addio al gruppo, si sofferma lungamente sull’espulsione dei colleghi Vacciano e Simeoni che ha visto sconfessata, come spiega lui stesso su Fb, la decisione assunta dall’assemblea dei senatori. “Il nostro valore – scrive dunque Molinari – si giudica dalla fedeltà al Capo, comodo quanto pratico surrogato dei principi che, invece, ci dovevano dirigere. Gli attivisti che non fanno parte di ben precise corti miracolate vengono diffidati ed espulsi al fine di non farli partecipare alla lotteria delle candidature: la fedeltà alla linea di comando va rispettata come la purezza della razza”.
“In tutto questo dov’è il rispetto per le motivazioni di quel popolo che – a torto o a ragione – ci aveva votato e che si era fidato della nostra capacità di cambiamento di questa società sull’orlo del precipizio? – chiede Molinari – Vogliamo continuare a crogiolarci in sondaggi mirabolanti che, già alle europee prima ed alle recenti amministrative dopo, si sono dimostrati illusori?”.