Home Nazionale Mafia: ex pm Aliquò, ci opponemmo a decisione Conso di non prorogare 41 bis

Mafia: ex pm Aliquò, ci opponemmo a decisione Conso di non prorogare 41 bis

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Palermo, 21 mag. (AdnKronos) – “Nell’autunno del 1993 l’allora ministro della Giustizia Conso non voleva prorogare il regime del 41 bis, il carcere duro, a circa 400 detenuti, ma noi in Procura a Palermo eravamo assolutamente contrari. Una decisione del genere avrebbe dato la sensazione di un cedimento dello Stato e la possibilità per i detenuti di potere riprendere i contatti in carcere. Per noi era un provvedimento grave, molto grave e negativo”. E’ la denuncia dell’ex Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Aliquò, oggi 78enne, nel corso della deposizione al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Rispondendo alle domande del Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi e del pm Francesco Del Bene, l’ex magistrato ha ricordato una lettera inviata “il 30 ottobre del 1993 dal Ministero della Giustizia in cui si chiedevano notizie su persone sottoposte al 41 bis per togliere dall’elenco alcuni casi – spiega Aliquò in aula – perché il ministro di allora, Giovanni Conso, era intenzionato a togliere il regime del carcere duro e dicevano che dal primo novembre cominciavano a scadere le misure per 400 persone”.
L’allora aggiunto Vittorio Aliquò, con il magistrato Luigi Croce, risposero al Ministero affermando, tra le altre cose, che “era essenziale mantenere fermo il 41 bis, soprattutto per quei detenuti in carcere per reati legati a Cosa nostra”. “Ma alla fine il ministro Conso decise di non prorogare i circa 400 provvedimenti di carcere duro e noi non potemmo fare nulla”.
Parlando poi dell’avvio del 41, dopo le stragi mafiose, Aliquò ricorda che “inizialmente il carcere duro venne attuato nel suo maggiore rigore – racconta l’ex pm – successivamente ci fu una discussione sulle proroghe, se era opportuna o no una eventuale proroga o no. A un certo punto apprendemmo che il ministro era disponibile a ridurre o addirittura a eliminare il carcere duro, per noi era invece una norma importantissima, speravamo che non venisse ridotta”.