Milano, 5 nov. (AdnKronos) – “Quando ho deciso di acquistare il frac di Toscanini, qualche malalingua avrà pensato che il mio fosse un atto di presunzione, che volessi tenerlo per me. Io, però, posso dire che avrei avuto due grosse difficoltà: la prima è che sarei stato indegno; l’altra è che Toscanini era un grande musicista, ma era un po’ piccolo di statura. E io avrei avuto qualche problema ad indossare il suo vestito”. E’ con ironia che Riccardo Muti presenta il pezzo più rappresentativo della collezione donata al conservatorio di Milano, che oggi a Milano è stata svelata al pubblico.
Una collezione composta da oltre 260 oggetti, tra strumenti, partiture, locandine e oggetti personali, testimonianza della vita e dell’attività artistica di Arturo Toscanini, acquistata da una cordata di compratori guidata dal maestro Muti e tra i cui partecipanti c’è anche Diana Bracco, presidente del gruppo farmaceutico e della società Expo 2015, a un’asta ormai leggendaria tra gli addetti ai lavori per il difficile percorso che l’ha accompagnata. L”asta Toscanini’ battuta da Bolaffi nel 2012.
Una vicenda durata tre anni e funestata da battaglie a colpi di carta bollata, vincoli e revoche, controlli e sopralluoghi. Che oggi, finalmente, ha avuto il lieto fine con la benedizione del Mibact, del maestro Muti e del sovrintendente alla Scala, Alexander Pereira.