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Per sistema moda Marche ripartono le vendite sul mercato interno

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Ancona, 4 ago. (Labitalia) – Per il sistema moda delle Marche, dopo anni di calo, a maggio 2015, per la prima volta, sono ripartite le vendite sul mercato interno. Soprattutto calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+2,4), ma anche abbigliamento e accessori (+0,4). Ad affermarlo il Centro studi Sistema su dati Istat.
“Si tratta di segnali incoraggianti per settori che – commenta Anna Maria Dichiara, presidente Federmoda Cna Marche – tra il 2009 e il 2014 hanno dovuto affrontare una lunga crisi con la perdita di 487 imprese e di oltre 1.500 posti di lavoro”.
La perdita di imprese del sistema moda marchigiano è proseguita anche nel primo semestre del 2015, con la chiusura di 357 aziende a fronte di 226 nuove attività, per un saldo negativo di 131 imprese di cui 101 nel calzaturiero. Con loro se ne sono andati anche altri 400 posti di lavoro. Attualmente, le imprese marchigiane del sistema moda sono 6.317 di cui 3.983 del distretto calzaturiero e 2.334 del tessile-abbigliamento.
“La ripresa del mercato interno – sostiene Dichiara – è fondamentale per le nostre aziende, ma noi puntiamo anche sulle reti d’impresa e sul commercio elettronico per potenziare le vendite all’estero”.
Con questo obiettivo Federmoda Cna Marche ha costituito la community ‘Mood Market’, il portale della moda marchigiana attivo dallo scorso novembre. Vi hanno aderito già 91 imprese che possono promuovere i loro prodotti e le loro lavorazioni, creando nuove relazioni di business tra loro.
Inoltre, le aziende aderenti a ‘Mood Market’ hanno partecipato presso il Palazzo del Turismo di Riccione al primo ‘Matching Day nazionale della moda’, organizzato dalla Cna Federmoda Marche, con il sostegno di Cna Federmoda nazionale e Riccione Moda Italia. Gli imprenditori marchigiani si sono incontrati con i loro colleghi delle altre regioni italiane con l’obiettivo di avviare collaborazioni produttive e commerciali nei settori calzature, abbigliamento, tessile, maglieria, accessori, pelletteria, oltre a stile e modellistica.
Solo grazie all’export, negli ultimi cinque anni si è evitato il tracollo di interi distretti produttivi della moda marchigiana. Infatti, dopo aver toccato il punto più basso nel 2009 con appena 7,9 miliardi di euro di merce esportata, si è risaliti fino ai 12,3 miliardi di euro del 2014, ritornando ai valori precedenti la crisi.
Una crescita, quella dell’export del sistema moda, che ha registrato una frenata nel primo trimestre del 2015, quando sono stati esportati prodotti per 2,8 miliardi rispetto ai 3,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, con la perdita di 218 milioni pari al 7,1%.
“Si tratta – conclude Dichiara – di un segnale che deve indurci a non abbassare la guardia perché la concorrenza sui mercato esteri è molto forte. Per questo, iniziative come il nostro portale e come la partecipazione delle aziende marchigiane al ‘Matching Day nazionale della moda’ sono utilissime e vanno intensificate, insieme all’impegno per far ripartire stabilmente il mercato interno. Ma questo è un compito che spetta alle istituzioni. Per rilanciare i consumi va ridotto il peso fiscale su imprese e cittadini”.