Home Nazionale QS World University Rankings 2015/16

QS World University Rankings 2015/16

0

– LONDRA, September 14, 2015 /PRNewswire/ —
La classifica internazionale delle università più popolare al mondo 
http://www.TopUniversities.com/rankings2015#QSWUR
I dati del traffico web*, del seguito sui social media ** e la stima degli utenti online (>100m nel 2015) confermano che il QS World University Rankings è la classifica internazionale delle università più popolare al mondo.
     (Logo: http://photos.prnewswire.com/prnh/20130909/638188 )
La dodicesima edizione incorona per la quarta volta consecutiva il Massachusetts Institute of Technology (MIT) numero uno al mondo, seguito da Harvard University (2), Cambridge University e Stanford in terza posizione parimerito mentre l’elvetica ETH Zurich (9) entra per la prima volta nella “top ten”.
Le due principali università di Singapore scalano la classifica e si posizionano entrambe tra le prime quindici al mondo. National University of Singapore (12) é la migliore università asiatica in classifica e Nanyang Technological University (13) la segue a ruota. La cinese Tsinghua University (25) conquista il terzo posto nella regione mentre l’Australian National University (19) ritorna a posizionarsi tra le prime venti al mondo.
2015 2014 Top 20 Paese 1 1 MIT US 2 4 HARVARD US 3= 2= CAMBRIDGE UK 3= 7 STANFORD US 5 8 CALTECH US 6 5= OXFORD UK 7 5= UNIVERSITY COLLEGE LONDON UK 8 2= IMPERIAL COLLEGE LONDON UK 9 12 ETH ZURICH CH 10 11 CHICAGO US 11 9 PRINCETON US 12 22 NATIONAL UNIVERSITY SINGAPORE SG 13 39 NANYANG TECHNOLOGICAL UNIVERSITY SG 14 17= EPFL CH 15 10 YALE US 16 14= JOHNS HOPKINS US 17 19 CORNELL US 18 13 U PENN US 19= 25= AUSTRALIAN NATIONAL UNIVERSITY AU 19= 16 KING’S COLLEGE LONDON UK (c) QS Quacquarelli Symonds 2004-2015 http://www.TopUniversities.com
I voti di 76,798 docenti e ricercatori accademici e di 44,226 recruiter internazionali – raccolti attraverso i sondaggi globali condotti da QS, e che costituiscono il campione più vasto nel loro genere – hanno contribuito a determinare la classifica.
QS ha analizzato 11.1 millioni di pubblicazioni scientifiche – indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier. 3,539 università sono state considerate in questo studio e 891 sono state classificate, 28 in più rispetto allo scorso anno.
Nell’edizione 2015/16, QS ha introdotto una modifica significativa al World University Rankings, nell’indicatore “citations per faculty”che misura l’impatto della ricerca pubblicata negli ultimi cinque anni. Si tratta del cambiamento più importante dal 2007[i].
In questa edizione ventisei università italiane si classificano nel QS World University Rankings.
Il Politecnico di Milano (187) guida la classifica italiana ed entra per la prima volta tra le migliori duecento al mondo, seguito dall’Università di Bologna (204) e dall’Università degli Studi di Roma – La Sapienza (213).
Tra le prime 400 al mondo: l’Università degli Studi di Milano (306) l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367).
2015 2014 UNIVERSITÀ ITALIANE nel QS World University Rankings 2015/16 187 229 POLITECNICO DI MILANO 204 182 UNIVERSITÀ DI BOLOGNA (UNIBO) 213 202 LA SAPIENZA – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA 306 238 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO 309 262 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (UNIPD) 314 365 POLITECNICO DI TORINO 367 245 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA 401-410 305 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA – TOR VERGATA 411-420 352 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE (UNIFI) 431-440 411-420 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO 441-450 345 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II 471-480 377 UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE 501-550 394 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO (UNITO) 501-550 371 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA (UNIPV) 601-650 501-550 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA 651-700 601-650 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE (UNITS) 701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CA’ FOSCARI VENEZIA 701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA (UNICT) 701+ 551-600 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA 701+ 601-650 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA 701+ 551-600 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA 701+ 471-480 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA (UNISI) 701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE 701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI 701+ 651-700 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA 701+ 701+ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA (c) QS Quacquarelli Symonds 2004-2015 http://www.TopUniversities.com
Ben Sowter, responsabile della divisione ricerca di QS commenta: “L’Italia, a parte alcune eccezioni molto positive, perde terreno in questa edizione del QS World University Rankings. Una parte di questo declino è certamente attribuibile al cambiamento introdotto nel modo in cui valutiamo la ricerca pubblicata. Il confronto con i risultati dello scorso anno, deve tener conto di questa importante variazione che ha avuto un impatto significativo per molte università, in particolare per quelle che eccellono nell’ambito della ricerca medica, la cui influenza da quest’anno è stata diminuita ed equiparata a quella delle altre quattro maggiori aree di studio in cui si esplicita l’attività universitaria.”
Sebbene la modifica del calcolo delle citazioni scientifiche abbia avuto un peso importante per molte università, a livello generale tra gli ateneei italiani, si è verificato un deterioramento in altri indicatori, incluso quello che misura la reputazione accademica internazionale. Inoltre, le universitá Italiane sono svantaggiate nei due indicatori che misurano il numero e proporzione degli studenti e dei docenti Internazionali, dove la competizione globale è feroce. In alcuni casi, si è verificato un perggioramento anche nell’indicatore della proporzione tra docenti e studenti. Le università italiane spesso si confrontano con limiti legislativi, burocratici ed economici, nonchè con la con la competizione di paesi di lingua inglese. Questi ostacoli oggettivi, limitano fortemente la possibilità delle università di migliorare sensibilmente, in questi tre indicatori in particolare. La combinazione di tutti questi fattori ha influito sui risultati finali. Sowter aggiunge”: Invertire queste tendenze è una sfida difficile in uno scenario globale sempre più sofisticato. Eppure l’Italia si rivela competitiva in un criterio fondamentale per gli studenti: l’ “employer reputation”. Questo indicatore si basa su un sondaggio di oltre 44.000 recruiter ai quali è stato chiesto di indicare da quali università preferiscono assumere talenti: quattro Italiane figurano tra le prime 200 al mondo mentre altre tredici hanno migliorato considerevolmente la propria posizione in questo criterio.”
L’Università Commerciale Luigi Bocconi, è una università specialistica e in quanto tale non figura nella classifica mondiale, ma appare in modo prominente nell’ indicatore “employer reputation” classificandosi 32esima al mondo. Il Politecnico di Milano é 74esimo mentre la terza università italiana in questo indicatore è l’ Università Cattolica del Sacro Cuore (143). Seguono il Politecnico di Torino (199) e l’Università di Bologna (207).
L’eccellenza accademica italiana è rappresentata in modo significativo nelle classifiche delle macro aree di studio, che completano il QS World University Rankings.
 l’Università degli Studi di Milano (79)
Nel QS World University Rankings sono rappresentati 82 paesi. Tra le top 200, sono classificate università di 34 paesi, con in testa gli Stati Uniti (49), Regno Unito (30), Olanda (12), Germania (11), Canada, Australia e Giappone (8), Cina (7), Francia, Svezia e Hong Kong (5).
La classifica completa del QS World University Rankings 2015/16 è consultabile su: http://www.TopUniversities.com
*(Alexa;SimilarWeb) **(Facebook;LinkedIn;YouTube
@QS_pressoffice
i.  MODIFICA INDICATORE “CITATION PER FACULTY”. Attraverso il dialogo quotidiano che QS intrattiene con studenti e accademici di tutto il mondo, sono state raccolti in questi anni suggerimenti per evolvere il modello della classifica. Gli input rilevanti sono stati vagliati in consultazione con il comitato consultivo [http://www.iu.qs.com/qs-advisory-board ] indipendente e internazionale di QS che ha approvato a maggioranza il nuovo approccio.
La modifica introdotta riguarda l’indicatore “citations per faculty”, una misura dell’impatto della ricerca prodotta, sulla base delle citazioni ottenute dagli autori di tali ricerche, nelle pubblicazioni scientifiche Internazionali.
Nel modello precedente questo indicatore, che costituisce il 20 percento del punteggio totale, era dominato da università forti nell’ambito della medicina e delle bioscienze e, in misura inferiore, nelle scienze naturali.  Le università che eccellono nell’ambito negli studi umanistici, delle scienze sociali ed economiche (in parte anche nelle materie tecniche), dove l’attività di ricerca é meno intensa , erano svantaggiate. La banca dati bibliometrica Scopus ha aumentato significativamente la copertura e l’indicizzazione delle citazioni in queste aree di studio negli ultimi anni, rendendo fattibile l’attuazione di questa riforma.
Il nuovo approccio stabilisce che l’influenza dell’indicatore “citations per faculty”, sia ripartita equamente tra le cinque macro aree dell’ attività accademica che tipicamente si riscontrano nelle università: studi classici, umanistici e arte, scienze sociali ed economiche, medicina e bioscienze, scienze naturali, ingegneria e tecnologia. Il modello é spiegato in dettaglio qui [https://qsiu.box.com/shared/static/3kuzl36ug179nvcgf3i43xw54rfzyg0c.pdf ].
Secondo l’agenzia delle statistiche della formazione universitaria [https://www.hesa.ac.uk/stats ] del Regno Unito, il 55 percento degli studenti, sceglie corsi di laurea e specializzazione nell’ambito delli studi umanistici, scienze sociali e economia. Mentre il 14 percento sceglie medicina e altre scienze affiini. Una proporzione riscontrabile in molti paesi del mondo.
Nunzio Quacquarelli, amminstratore delegato di QS spiega:”Il QS World University Rankings 2015/16 rivela un panorama più diversificato dell’eccellenza universitaria globale, offrendo ai futuri studenti una classifica più allineata alle proprie scelte.”