Roma, 4 gen. (AdnKronos) – ”Tecnico, politico, scienziato, non è mica questo il problema…”. L’ex ministro socialista, Rino Formica, non vuol sentire parlare di totonomine e ironizza sul successore di Giorgio Napolitano: ”Allo stato attuale del nostro sistema politico, il candidato naturale al Colle sarebbe il comandante dei vigili urbani di Roma….”. In 30 anni di politica attiva, il leader socialista ha vissuto da vicino almeno quattro elezioni del presidente della Repubblica e, vista l’attuale ”crisi della democrazia parlamentare con un Parlamento di impediti”, invita tutti i partiti a tenere bene a mente qual è il vero nodo da sciogliere: ”Non conta se il prossimo capo dello Stato verrà nominato alla prima, alla seconda o alla ventesima votazione, il mio augurio non è sulla persona ma è politico”.
”Il problema – dice in un’intervista all’Adnkronos – è sapere se vi è coscienza politica da parte del collegio elettorale, formato da mille parlamentari, di eleggere un presidente che deve accompagnare o l’avventura dell’unificazione politica dell’Ue o la regressione non ai vecchi Stati nazionali, ma ai vecchi staterelli nazionali, rissosi e antagonisti tra di loro. Noi -avverte Formica- siamo ad una svolta istituzionale del Paese, c’è la crisi della democrazia parlamentare, c’è la grande crisi dei partiti, tutto l’impianto istituzionale previsto dalla Costituzione o è crollato o avanzano solo dei ruderi…”.
Formica ricorda l’elezione lampo di Francesco Cossiga, vissuta in prima persona: ”Nell’85 andai con Martelli da Natta per convincerlo ad eleggere Cossiga al primo scrutinio. Spiegammo a Natta che solo così si poteva giustificare che la scelta non era una scelta di alleanza politica tra il Pci e la Dc, ma si trattava della scelta di un successore naturale. Cossiga, infatti, era il presidente del Senato e quindi il sostituto naturale del capo dello Stato e andò a finire che fu eletto al primo colpo”.