Home Nazionale Quirinale: maretta in M5S, fingersi strateghi? Un flop

Quirinale: maretta in M5S, fingersi strateghi? Un flop

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Roma, 30 gen. (AdnKronos) – Maretta nel M5S alla vigilia della quarta chiama, quando per eleggere il Presidente della Repubblica basterà la maggioranza assoluta dei voti, 505 per l’esattezza. Il timore che serpeggia tra i 5 Stelle, ormai una certezza per i più, è quello di essere ormai ininfluenti nella corsa al Colle. O meglio: “essersi snaturati per nulla”, si sfoga in transatlantico un deputato con alcuni cronisti. La realtà è che la versione ‘stratega’ del Movimento non va giù a molti, in particolari a diversi falchi tra i 5 Stelle.
Che puntano il dito contro il direttorio, in particolare su Luigi Di Maio -e il suo “voto di testa” alle quirinarie- nonché su Alessandro Di Battista, ‘reo’, quest’ultimo, “dell’autogol Pierluigi Bersani”, nome proposto a sorpresa all’assemblea di mercoledì scorso. “Se a Milano caldeggiavano il nome di Prodi – si sfoga il deputato in questione – quello di Bersani è arrivato ‘aggratis’ da Di Battista, a Milano non ne sapevano un fico secco. Ci sarebbe da pensar male… Di Battista ci mette la faccia, ma la mente è dell’altro, del gran politico di professione”. La stoccata è per Di Maio, definito da Grillo nella Notte dell’onestà un ‘politico straordinario’: “Beppe ha capito tutto, è Casaleggio il problema. E’ lui che punta a far lo stratega”, si dice convinto il deputato, considerato da tutti un oltranzista della prima ora.
Veleni e rancori. C’è chi giura che all’assemblea di stasera chiederà “che al posto della scritta ‘la giustizia è uguale per tutti’, figuri la seguente: ‘le strategie sono una me…”. “Siamo entrati nel Palazzo dicendo che non saremmo mai e poi mai scesi a compromessi, niente alleanze e no a strategie – si sfoga il deputato in questione – e guardate cosa siamo diventati in due anni. Facciamo gli strateghi senza avere né la stoffa né l’esperienza per farlo. Il risultato è che siamo rimasti col cerino in mano”.