Home Nazionale Ricerca: robot italiano per riabilitazione a distanza premiato in Germania

Ricerca: robot italiano per riabilitazione a distanza premiato in Germania

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Roma, 22 apr. (AdnKronos Salute) – Un esoscheletro robot che diventa un fisioterapista. Seguire programmi di riabilitazione da casa potrà essere più facile e coinvolgente, quasi come un videogioco, grazie a un nuovo progetto di robotica indossabile sviluppato nel laboratorio guidato dal ricercatore Nicola Vitiello presso l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. ReTeLINK è un progetto di teleoperazione e telepresenza, ideato dai giovani ricercatori Marco Cempini, Mario Cortese e Matteo Moisè. Gli studiosi lo hanno appena presentato in anteprima in Germania, alla Hannover Messe, la più grande fiera industriale del mondo, dove sono stati premiati da Kuka, azienda impegnata nel campo della robotica.
Kuka ha assegnato al progetto italiano la vittoria del prestigioso Innovation Award 2015, riconoscendo l’impatto dell’applicazione proposta, per le prospettive e per i possibili interessi di tipo industriale ed economico. Il gruppo della Scuola Superiore Sant’Anna, che ha ricevuto 20 mila euro, è stato selezionato fra le oltre 20 proposte presentate. L’idea alla base di ReTeLINK è quella di utilizzare un esoscheletro di arto superiore, ovvero un dispositivo robotico indossabile sensorizzato e che si può muovere, per permettere ad un utente, senza esperienza né abilità, di muovere un altro braccio robotico che fisicamente si trova altrove e che è connesso attraverso Internet. L’alto livello tecnologico dell’esoscheletro permette all’operatore di ‘sentire’ – cioè di rivivere le stesse interazioni – ciò che il robot manipolatore, posto lontano da lui, sta toccando.
Grazie allo scambio di dati di posizione e forza, ogni volta che il braccio robotico incontra ostacoli o impedimenti al suo movimento le stesse informazioni di forza sono riprodotte dall’esoscheletro sull’utente che, pur non trovandosi nell’area di lavoro del robot, riesce a manovrare e a interagire con l’ambiente come se fosse lì. Il gruppo di ricerca in robotica indossabile intende avviare nei prossimi mesi gli studi pilota con i pazienti.
“Per coloro che sono impossibilitati a raggiungere ospedali o centri di cura – spiega Vitiello – la teleriabilitazione con un sistema robotico, in prospettiva, permette un recupero delle capacità motorie residue, un più efficace coinvolgimento e una maggiore interattività del paziente nell’esercizio, attraverso un’interazione con un oggetto in movimento. Il paziente capisce che, muovendosi, può comandare un altro braccio: si trova molto più a giocare che ad eseguire una terapia, ottenendone un riscontro visivo immediato. In generale – conclude – adesso si può aprire una nuova idea di standard per eseguire trattamenti di riabilitazione in maniera ripetibile, misurabile ed affidabile, anche direttamente a casa del paziente”.