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Salute: allarme dermatologo, calvizie in agguato per tinte cinesi low cost

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Roma, 26 feb. (AdnKronos Salute) – Complice la crisi,,sempre più spesso si opta per trattamenti di bellezza low-cost. Ma il rischio, avvertono i dermatologi, è quello di compromettere irrimediabilmente la salute di pelle e capelli. Con irritazioni, infiammazioni e ciocche che cadono o si spezzano. Al boom in Italia di parrucchieri ed estetisti cinesi – la Cgia di Mestre ha censito circa 3.500 imprese di questo tipo, con un incremento significativo del 34% tra il 2012 e il 2013 – fa da contraltare la preoccupazione crescente dei dermatologi per i rischi cui si può andare incontro per colpa di tinture di dubbia provenienza, ma anche di smalti troppo aggressivi o attrezzi non adeguatamente sterilizzati.
A lanciare l’allarme è Fabio Rinaldi, presidente dell’Ihrf (International Hair Research Foundation) e docente alla Sorbona di Parigi. “Saranno tre o quattro mesi – mette in guardia il dermatologo – che stiamo assistendo a un incremento esponenziale di pazienti che vengono da noi in studio non tanto dopo aver fatto un taglio di capelli in saloni cinesi, bensì un trattamento con cosmetici, soprattutto tinture e permanenti, riscontrando in seguito delle grosse reazioni infiammatorie: si parte da un semplice prurito o arrossamento della pelle, sintomi che comunque devono essere curati, per arrivare a infiammazioni di gran lunga più importanti. Problemi che, se trascurati, possono portare all’alopecia cicatriziale e, quindi, a patologie semi-gravi con eventuale caduta importante di capelli”.
La casistica è estremamente varia. “Talvolta – prosegue Rinaldi – si rende indispensabile anche un esame istologico, perché l’infiammazione del cuoio capelluto si è magari già evoluta in Lichen Plano Pilare, cioè una patologia cicatriziale innescata da queste tinte molto aggressive. C’è inoltre anche qualche altra paziente che, avendo fatto la permanente a prezzi concorrenziali dai cinesi, ha riportato la frattura di tutti i fusti e un’irritazione violenta, per cui è rimasta quasi calva”.
I rischi, tuttavia, non riguardano solo i capelli. Occorre prestare attenzione ai prodotti e agli attrezzi utilizzati non solo per la piega, ma anche per la manicure ‘etnica’. Il primo nemico in agguato è il patereccio, un’infezione importante delle cuticole delle unghie, dovuta il più delle volte alla scarsa igiene, sebbene anche smalti di scarsa qualità o solventi contenenti sostanze chimiche particolarmente aggressive possano arrecare non pochi problemi.
“Naturalmente – puntualizza il dermatologo – non si deve generalizzare, ma posso quanto meno consigliare di prestare attenzione innanzitutto alle condizioni igieniche del negozio e alla preparazione del personale, per poi sincerarsi che gli attrezzi utilizzati per tagliare i capelli o sistemare le unghie siano stati opportunamente sterilizzati con gli appositi apparecchi. Altra cosa fondamentale è farsi mostrare la lista dei prodotti disponibili perché, per esempio, alcuni potrebbero non essere a norma CE (basta leggere sulla scatola) e, in questo caso, non conviene proprio usarli poiché non si sa neanche cosa contengano”.
Un’ultima raccomandazione è quella di non esitare ad andare dal dermatologo al minimo prurito o bruciore, soprattutto se il disturbo aumenta in concomitanza con questi trattamenti estetici a prezzi stracciati. “Se si vuole andare da un parrucchiere cinese si è assolutamente liberi di farlo, ma è bene almeno accertarsi – conclude Rinaldi – che offra garanzie minime di sicurezza e affidabilità dei trattamenti e dei prodotti usati, esattamente come si richiederebbe a un parrucchiere italiano”.