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Salute: da allergologi bollino nero per ulivi e betulle, ecco la flora amica

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Milano, 3 dic. (AdnKronos Salute) – Bollino nero per ulivo e betulla, il cui polline raggiunge facilmente le mucose respiratorie di allergici e non. Per evitare starnuti e occhi rossi meglio stare lontani anche da graminacee come avena, mais e grano. L’utilizzo di piante ‘entomofile’, che per l’impollinazione sfruttano gli insetti, riduce invece questa sensibilizzazione di circa 10 volte. Lo dice una task force sui cambiamenti climatici e ambientali organizzata dalla Siaaic-Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica che ha redatto un decalogo sui vegetali da piantare per proteggere la salute della popolazione. L’argomento è stato affrontato a Genova durante ‘Highlights’, il congresso degli allergologi.
“Abbiamo elaborato questo decalogo, in cui vengono fissati i punti principali da implementare da parte delle amministrazioni comunali nel momento in cui progettano le aree di verde pubblico – spiega Vincenzo Patella, a capo della squadra – Per le persone più sensibili i vantaggi saranno immediati grazie alla riduzione di piante allergizzanti nei parchi pubblici; a trarne un sicuro beneficio saranno poi le generazioni future, poiché si ridurrà la sensibilizzazione a queste piante particolarmente allergizzanti”.
“La problematica va esaminata alla radice, con delle logiche di responsabilità per quanto riguarda anche il riscaldamento globale – ammonisce Giorgio Walter Canonica, presidente Siaaic – Altrimenti si rischia di andare incontro a una nuova decuplicazione di quanto già visto, con grosso impatto per chi soffre di problematiche cardio-respiratorie, oltre a tutta la salute dell’organismo, perché si aumentano gli agenti patogeni”.
Ecco le 10 regole degli allergologi:
1) Preferire piante entomofile, quelle che affidano agli insetti l’impollinazione e producono minori quantità di polline, e non anemofile che affidano al vento la propagazione del polline (per esempio betulla, cipresso e ulivo);
2) Piantare alberi e arbusti che fioriscono in estate o inverno e non in primavera, per avere un impatto minore (gelsomino nudiflorum, camelia, erica e liburno);
3) Effettuare la potatura delle siepi prima della fioritura e prima della emissione del polline;
4) Falciare i prati prima della fioritura e della emissione del polline;
5) Seguire il calendario pollinico per praticare gli sfalci delle graminacee che sono altamente allergeniche;
6) Diserbare le aree endemiche per l’ambrosia (soprattutto nell’area padana);
7) Predisporre la falciatura e gestione del verde nelle ore notturne e nelle giornate poco ventilate;
8) Bonificare i luoghi di aggregazione da specie arboree, arbustive e prative allergizzanti;
9) Bonificare i luoghi pubblici da piante responsabili di dermatiti allergiche (margherite, crisantemi, ortiche e stelle di Natale);
10) Consultare la mappe delle aree climatiche per il monitoraggio delle concentrazioni dei pollini prima di predisporre eventi pubblici.