Home Nazionale Salute, fino al 10 maggio a Bologna incontri e dibattiti sulla lunga vita

Salute, fino al 10 maggio a Bologna incontri e dibattiti sulla lunga vita

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Bologna, 7 mag. (AdnKronos Salute) – Il Festival della Scienza Medica, che si è aperto oggi a Bologna con la relazione del Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, “si rivolge alla società, perché se c’è una cosa che riguarda tutti è la medicina”. Lo ha spiegato ai cronisti Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, che promuove l’evento insieme alla Fondazione Carisbo, con il patrocinio del ministero della Salute, della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna, dell’Alma Mater e dell’Ufficio scolastico regionale.
Un evento, che si fregia della presenza di 4 premi Nobel per la medicina (oltre a Montagnier, anche Andrew Fire, Erwin Neher e Kary Mullis, e che proseguirà fino al 10 maggio sotto le Due Torri. ‘La lunga vita’ è il tema di questa prima edizione, ma già si pensa all’edizione del prossimo anno. L’intenzione, infatti, è quella di dare continuità all’appuntamento che, ha aggiunto Roversi Monaco, “vorrebbe anche smuovere il clima, forse un po’ troppo lasso”, che si è creato sul territorio attorno ai temi della cultura e della ricerca in materia di medicina e salute.
Sul fronte dei fondi a sostegno della ricerca, invece, rispondendo ai cronisti Roversi Monaco ha spiegato: “In tutta la mia vita, di cui 15 anni vissuti da rettore, non sono mai ricorso allo Stato, ho sempre cercato io i fondi per la ricerca. Certo lo Stato deve darne, ma parlare della mancanza di fondi tutte le volte, per poi scoprire che molto spesso questi vengono investiti male, è una cosa che non è nel mio Dna”.
Il Festival si articola tra momenti di approfondimento, incontri, conferenze, dibattiti, ma anche mostre e visite guidate nei luoghi che hanno fatto la storia della medicina. “Non dimentichiamo – ha concluso infatti Roversi Monaco – che Bologna prima di essere ‘la grassa’ è stata ‘la dotta’, e che a Bologna nel dodicesimo secolo c’erano 10 mila studenti, di cui il 90% stranieri”, che hanno animato uno degli Atenei più antichi del mondo, dando il loro contributo anche all’evoluzione della medicina occidentale.
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